I dispetti della sinistra anti italiana

Ius soli, porti aperti, ddl Zan, droghe leggere: le priorità di Pd e M5s puntano a far saltare i nervi a Salvini. Una strategia che non fa il bene del Paese

I dispetti della sinistra anti italiana

Cosa vogliono davvero dem e grillini? Tirare a tal punto la corda sino a farla spezzare? Nessuno ha mai pensato che sarebbe stato facile tenerli tutti in un'unica stanza senza mai farli litigare, ma i continui attacchi a testa bassa della sinistra non fanno altro che far precipitare la situazione. E dire che sin dall'inizio il centrodestra si è dimostrato collaborativo, accantonando tematiche spinose, come l'immigrazione, che avrebbero pututo far partire col piede sbagliato il governo Letta. Non è stato lo stesso per Enrico Letta e Giuseppe Conte. Soprattutto il primo continua a fare i dispetti a Matteo Salvini per vedere fino a che punto quest'ultimo sia disposto a mandar giù amaro. Una partita di poker che non porta a nulla di buono. Alla fine, infatti, a perdere rischia di essere l'Italia.

Dopo gli stracci volati ieri sera nel dibattito sull'allentamento del coprifuoco, Maria Elena Boschi non ha alcun dubbio sul fatto che all'interno della maggioranza ci siano alcuni parlamentari, anche tra le file del Partito democratico, che sognano "un autogol di Salvini". "È un dato di fatto...", spiega in una intervista alla Stampa. "Che questo qualcuno sia Letta o altri non tocca a me stabilirlo". Una strategia fallimentare, quella di arroccarsi sul rientro a casa allo scoccare delle dieci di sera, che per fare un dispetto al Carroccio va a colpire tutti gli italiani. È la solita miopia della sinistra che ha spinto anche Matteo Renzi a cavar fuori Italia Viva da questa morsa e a esprimersi a favore della revisione del coprifuoco. "Regalare questa battaglia a Salvini è un errore politico di quelle forze di maggioranza che, sognando, immaginano un Papeete2 - ha spiegato ieri l'ex premier - pensano che, provocandolo sul coprifuoco, Salvini cada nel tranello e reagisca d'impulso, uscendo dalla maggioranza. Ma Salvini non ci pensa neppure, la lezione dell'estate 2019 gli è bastata e avanzata".

Il coprifuoco è solo una scusa. Sono settimane che Letta provoca. Ha iniziato quando si è insediato buttando nella mischia lo ius soli. Un tema così divisivo, mai accennato dai dem ai tavoli di lavoro con il premier Mario Draghi, non può che essere concepito come un casus belli. In un momento tanto difficile per il Paese, straziato dall'emergenza sanitaria e dalla crisi economica, battere la strada della cittadinanza facile ai figli degli immigrati solo per compiacere le frange più radicali della sinistra non può che essere un suicidio politico. Non contento, il leader piddì ha rincarato la dose schierandosi apertamente con il boss di una delle tante ong internazionali che, facendo la spola dalle coste libiche ai porti italiani, ci riempiono costantemente di clandestini. Perché postare il selfie con Oscar Camps della Open Arms e rilanciare la crociata dei porti aperti a tutti i disperati se non per cercare lo scontro col centrodestra? Non a caso l'incontro tra i due è stato organizzato, guarda caso, qualche giorno prima che Salvini fosse chiamato a rispondere dell'accusa di sequestro di persona in un processo che coinvolge proprio Open Arms.

Come se non bastasse lo spinoso dossier immigrazione a dividere maggioranza, la sinistra è tornata alla carica con il ddl Zan sulla omotransfobia. Oggi, dopo settimane di feroce dibattito, la commissione Giustizia di Palazzo Madama ne ha votato la calendarizzazione. Tredici voti a favore contro undici contrari. Bastano questi numeri per dare la tara su quanto sia controverso l'argomento. Perché è stato premuto l'acceleratore proprio adesso? Perché nessuno ha pensato di approvarlo durante il Conte bis quando piddini e pentastellati si spartivano il governo con LeU? Non c'è, forse, una spinta masochista nel continuare a provocare gli alleati per spingerli fuori dal perimetro della maggioranza? In questa disperata missione anti italiana, Letta e Conte si sono trovati perfettamente in sintonia. Quando la scorsa settimana è tornato allo scoperto, il capo politico del Movimento 5 Stelle si è scagliato contro Salvini per cercare di non soccombere ai guai della famiglia Grillo e alle continue risse con Davide Casaleggio. Un'operazione di distrazione politica che non ha portato a nulla di buono se non a far crescere ulteriormente le tensioni nell'esecutivo. La stessa strategia che porta il ministro delle Politiche giovanili Fabiana Dadone a mettere al centro del dibattito un altro tema esplosivo quale la legalizzazione della cannabis.

Il governo Draghi è nato per rispondere a un'emergenza che in un anno di fallimenti i giallorossi non sono stati in grado non tanto di risolvere ma quanto meno di gestire.

Cosa c'entrano dunque la cittadinanza facile agli immigrati, i porti aperti alle ong, la legge sulla omotransfobia e le droghe leggere legali con il Recovery Plan, il piano vaccinale, la digitalizzazione del Paese, le riforme del Fisco e del sistema previdenziale? A nulla, se non a minare la tenuta dell'esecutivo. Qual è dunque il vero obiettivo della sinistra? Risollevare l'Italia o darle il colpo di grazia dopo averla messa in ginocchio per un anno.

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