Cronaca internazionale

I genitori canadesi fanno causa a Fortnite: "È come la cocaina"

Class action per fermare il gioco più amato dai giovanissimi. Sicuri sia una buona idea?

I genitori canadesi fanno causa a Fortnite: "È come la cocaina"

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I genitori canadesi fanno causa a Fortnite: "È come la cocaina"

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Avete letto? In Canada i genitori hanno fatto una class action contro il videogioco Fortnite, perché «crea dipendenza e è come la cocaina», azione approvata pure da un giudice canadese. Non sto a dirvi i dettagli dell'azione legale perché sono noiosi quanto i canadesi, ma sappiate che hanno messo Fortnite sullo stesso piano non solo della cocaina ma anche dell'eroina, perché i giovani vivrebbero in un mondo alternativo, non reale.

A parte che il concetto di dipendenza andrebbe rivisto. Siamo dipendenti da tutto ciò che ci piace, sennò non ci piacerebbe. I grassi, gli zuccheri, il tabacco, il sesso, l'amore, perfino l'ossigeno (che alla lunga ci uccide, per questo prendiamo gli antiossidanti). Quanto al concetto di mondo alternativo, l'essere umano ha sempre creato mondi immaginari, alternativi: io stesso, da scrittore, ho sempre vissuto nei romanzi che ho scritto molto più che nella vita reale, così come il primo grande scrittore che ha creato il primo romanzo, Cervantes: Don Chisciotte, proprio leggendo libri, si convince di essere un cavaliere errante.

D'altra parte è quello che ha fatto sempre la nostra specie, da un certo punto in poi: creare mondi virtuali e viverci dentro. Davano dipendenza? Eccome. Quando andate ad ammirare la Cappella Sistina, per esempio, pensate che quella rappresentazione è un mondo virtuale e dava dipendenza, era vissuto come reale nella vita anche se poi ci si finiva dopo la morte (perché prendere la vita nella sua realtà non è facile, cioè non è proprio il massimo della vita).

Avete presente Mohamed Atta e i suoi compagni islamici che si sono schiantati sulle Twin Towers perché convinti, grazie alla strage di quattromila infedeli, di finire in un paradiso con settanta vergini? Erano dipendenti dall'Islam, però non ho mai capito perché, se «la fede va rispettata», qual è il confine della fede, ossia del metaverso in cui si crede. Probabilmente quello di non nuocere ai mondi virtuali altrui.

Oppure avete presenti i sessantottini, i giovani che poi si sono scontrati con chi era dipendente dall'ideologia opposta? Altri mondi virtuali, che davano dipendenza e sì, in questi casi diventano pericolosi. Comunisti contro fascisti, io per fortuna ho vissuto la mia adolescenza negli anni Ottanta e al massimo combattevo gli alieni in Space Invaders o i vegani guardando Goldrake (i vegani di oggi non sono come quelli di Goldrake, li combatto ancora adesso, semplicemente non invitandoli a cena). Da quando la nostra specie si è eretta su due gambe e ha iniziato a pensare ha inventato universi alternativi, spesso causando guerre che in molti posti continuano tutt'ora. Gli israeliani e i palestinesi si stanno uccidendo da decenni perché giocano a due videogiochi diversi, per esempio. Così come Putin sta giocando a Risiko perché nel suo mondo virtuale c'è la Grande Madre Russia che deve conquistare l'Ucraina.

In tutto questo, in Canada se la prendono con la Epic Games, creatrice di Fortnite, perché fa vivere i ragazzi dentro Fortnite? Che sarebbe peggio dell'eroina? Ma magari l'umanità, anziché uccidersi per i propri paradisi artificiali, giocasse a Fortnite.

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