Igor in fuga: carabinieri nella bufera

Tre militari vicinissimi al killer, ma non lo bloccarono. Indaga la Procura militare

Nino Materi

Igor fuori, i carabinieri dentro. Per l'esattezza «dentro» un brutto impiccio. La Procura militare di Verona ha aperto infatti un fascicolo di indagine sulla mancata cattura, l'8 aprile scorso, di Norbert Feher, alias Igor Vaclavic detto «il russo» (ma lui è serbo). Quel giorno Igor era super ricercato per aver ucciso l'1 aprile il barista di Budrio (Bologna), Davide Fabbri, e, sette giorni dopo, la guardia ecologica, Valerio Verri.

La sera dell'8 aprile, appunto, in una strada di campagna a Molinella (Bologna) un'auto civetta con a bordo tre carabinieri in borghese avvista Igor. I militari arrivano a pochi metri dal pluriassassino. A quel punto bisognerebbe bloccarlo in ogni modo. Ma dalla centrale arriva l'ordine di «aspettare i rinforzi».

Il «contatto visivo» con Igor scatta alle 19.45, «i rinforzi» arriveranno alle 21.15 quando ormai il fuggitivo si è già occultato in un bosco vicino. Da allora (nonostante una gigantesca e «cinematografica» caccia all'uomo) Norbert Feher non è mai più stato individuato.

Ora, fatta salva la buona fede dei carabinieri e la loro professionalità nell'approcciare un pericoloso criminale, la domanda-chiave è: quella sera la procedura seguita fu la più idonea?; o, piuttosto, furono commessi errori sul piano operativo? È ciò che ora vuol capire la Procura militare di Verona che ha aperto - secondo quanto anticipato ieri dall'Ansa - «un fascicolo per atti relativi, cioè senza indagati né reati». Obiettivo dell'accertamento: «Approfondire cosa sia successo e se ci siano eventuali responsabilità in chi ha operato, al momento, comunque, non ipotizzate».

Ieri Il Giornale ha verificato la notizia accertando come il documento principale attorno a cui ruota l'«accertamento» in carico al procuratore capo sia rappresentato dall'annotazione di polizia giudiziaria firmata dai tre stessi militari cui fu detto dai superiori semplicemente di «tenere d'occhio» Igor, senza però andare oltre. Ma cosa scrissero, con esattezza, i carabinieri nel loro verbale? Si tratta di testo che i giornali hanno già pubblicato, contribuendo così probabilmente a dare impulso al fascicolo aperto dalla procura veronese. Dall'attenta lettura dei virgolettati, la sensazione è che, con un briciolo di maggiore intraprendenza, la sera dell'8 aprile ai polsi di Igor sarebbero potute scattare le manette. Invece sappiamo com'è andata. Nonostante l'area dove Igor fu intercettato per l'ultima volta fosse stata subito «cinturata» e, nelle settimane successive, battuta palmo a palmo (addirittura dai reparti speciali di polizia, carabinieri ed esercito) del killer non si è saputo più nulla. Volatilizzato, come un fantasma. L'ultima traccia risale proprio a quel fatidico 8 aprile, con i tre carabinieri in borghese a pochi metri di distanza da Igor che, a bordo di un furgoncino bianco, chiede addirittura ai militari di fargli strada per poter passare. I carabinieri lo vedono scendere, prendere uno zaino. «Non pare armato», comunicano ai superiori. Dai quali arriva però un - apparentemente illogico - alt, su cui ora la Procura militare vuole vedere più chiaro.

Nella relazione di servizio i carabinieri raccontano che «alle 19 fummo avvisati dalla centrale che il presunto autore degli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri si trovava su un furgone bianco simile a un Fiorino. Alle 19.45, mentre eravamo in via Nazionale Nord, vedemmo sopraggiungere in senso opposto un veicolo corrispondente alla descrizione, e lo vedemmo girare in via Cavo Spina. Facemmo inversione e lo seguimmo, allertando fin da subito la centrale operativa di Molinella, indicando sia la posizione che la direzione di marcia». «Il soggetto - aggiungono i militari - veniva costantemente monitorato, e mediante contatto via telefono la centrale operativa veniva costantemente informata.

Venivamo esortati a mantenere la calma e a limitarci ad osservare i movimenti dell'individuo, visto che di lì a poco sarebbero sopraggiunti i rinforzi».

Che però «sopraggiunsero» circa mezz'ora dopo. Troppo tardi per catturare Igor.

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