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Ora lo ammette pure il Viminale: "Luglio è stato il picco di sbarchi"

Il Viminale diffonde le cifre degli ultimi tre giorni (dal 5 al 7 di agosto), ma ciò che si è registrato lo scorso mese di luglio non ha confronti

Ora lo ammette pure il Viminale: "Luglio è stato il picco di sbarchi"

Un luglio di fuoco senza precedenti quello che ci siamo appena lasciati alle spalle per quanto riguarda i numeri relativi agli sbarchi di clandestini sulle coste italiane, è quanto si evince dai dati diffusi proprio dal ministero dell'Interno.

Grazie ad essi è possibile effettuare un paragone anche con le cifre registrate lo scorso anno nel medesimo periodo. Il Viminale riferisce che negli ultimi tre giorni non ci sarebbe stato alcuno sbarco di migranti, mentre, come riportato da AdnKronos, tra il 5 ed il 6 di agosto del 2019 erano stati 106 gli stranieri ad approdare sulle coste italiane, nessuno nell'arco della giornata del 7.

Il raffronto relativo invece ai primi quattro giorni del mese parla di 817 nuovi arrivi nel 2020 contro i 1268 dello scorso anno ed i 1513 del 2018. Impietoso, invece, il confronto dei numeri che fanno riferimento, come anticipato, al mese di luglio, nel quale si è registrato un picco di sbarchi. Sono stati infatti ben 7068 i clandestini ad approdare nelle coste dello Stivale, contro i 1088 registrati l'anno passato ed i 1969 del 2018. Complessivamente, a partire dall'inizio dell'anno in corso e fino al 7 di agosto compreso, i numeri sono letteralmente triplicati: 14832 nuovi arrivi contro i soli 4039 registrati nel 2019 (nel 2018 si era arrivati invece a 18890).

Una situazione che crea tantissima pressione sui centri di prima accoglienza, in particolar modo quello di Lampedusa: un hotspot che ha ampiamente superato i limiti di capienza massima e che si trova in condizioni sempre più disperate. Nonostante il fatto che qualche centinaio di clandestini (circa 350) sia stato trasferito a bordo della nave Azzurra, restano ancora quasi settecento persone laddove ne potrebbero essere ospitate al massimo 97.

Le promesse di inflessibilità da parte di Conte, dopo una politica indiscriminata di accoglienza mai messa in discussione, ("Non possiamo tollerare che si entri in Italia in modo irregolare. Tanto più non possiamo tollerare che in questo momento in cui la comunità internazionale intera ha fatto tantissimi sacrifici, questi risultati siano vanificati"), restano al momento solo tali, mentre in tutta Italia continuano a verificarsi situazioni che testimoniano una tensione sempre maggiore, anche fra gli stessi migranti, specie a causa dell'emergenza sanitaria Coronavirus ancora in corso.

Numerose le fughe dai centri di accoglienza che hanno fatto scattare allarmi un po' ovunque (ieri l'ultimo episodio in Basilicata), mentre quando si registrano dei casi di positività al tampone e viene imposta una quarantena (come avvenuto a Udine nell'ex caserma Cavarzerani) scoppiano incidenti e proteste difficili da arginare per le forze dell'ordine.

Così se da un lato Crimi al Tg1 si dice abbastanza fiducioso, pur promettendo dei rimpatri che potranno avvenire, se mai accadrà, a lungo termine ("In questi mesi stiamo assistendo a un fenomeno che è l'aumento degli sbarchi indipendenti dalla Tunisia, paese considerato sicuro. Per questo motivo credo si debba lavorare con la Tunisia, come sta facendo il nostro ministro degli Esteri, per ridurre le partenze e per incrementare i rimpatri"), Salvini ad Empoli esterna tutta la sua preoccupazione: "Sono preoccupato per l'immigrazione. Rossi ci chiede di mettere la mascherina, intanto il Governo del Pd sta facendo sbarcare: siamo arrivati a 15 mila immigrati che girano per l'italia tranquillamente infettando mezza Italia.

Sulla situazione immigrazione, virus, contagi e criminalità sono seriamente preoccupato", ha dichiarato l'ex vicepremier, come riportato da Agi.

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