Guerra in Ucraina

"Annessione senza valore". "Imperialista sovietico": l'attacco di Meloni a Putin

Giorgia Meloni ribadisce la linea atlantista di Fdi e boccia senza appello lo show delle annessioni decise da Putin

"Annessione senza valore". "Imperialista sovietico": l'attacco di Meloni a Putin

Giorgia Meloni denuncia con parole durissime per mezzo di un comunicato di Fratelli d'Italia la decisione russa di annettere le regioni occupate in Ucraina e paragona Vladimir Putin a un despota d'era sovietica. "Putin dimostra ancora una volta la sua visione neo imperialista di stampo sovietico che minaccia la sicurezza dell'intero continente europeo. Questa ulteriore violazione delle regole di convivenza tra Nazioni da parte della Russia conferma la necessità di compattezza e unità delle democrazie occidentali", sottolinea Giorgia Meloni in una nota diffusa dal partito che non lascia dubbi sulla scelta di campo dell'onorevole romana.

Da tempo, e da ben prima del suo successo elettorale ,la Meloni ha proclamato in più occasioni la sua linea atlantista e la contrarietà alla guerra scatenata da Vladimir Putin contro l'Ucraina, votando peraltro a favore di ogni mozione sull'invio di armi all'Ucrainna promossa dal governo Draghi senza esitazioni.

Meloni ha resistito con forza a ogni tentativo di Mosca di creare ambiguità su questo punto. Nei mesi scorsi, da un lato la Pravda ha accusato la leader di Fdi per il suo dichiarato atlantismo e dall'altro gli organi vicini al Cremlino hanno provato a corteggiare la deputata romana. Nel nuovo corso dei rapporti con l'Occidente, ha scritto Andrei Kortunov, direttore generale del Consiglio russo di Affari Internazionali (Riac) poco prima delle elezioni, "la rottura della profonda amicizia con l'Italia" è stata quella più dolorosa per Mosca, che "continuerà comunque a seguire da vicino le elezioni nel vostro Paese e che in Giorgia Meloni può trovare una possibile alleata nella lotta contro il liberalismo". Una considerazione, questa, ributtata al mittente da parte dell'aspirante premier che, non a caso, lavora per un governo d'alto profilo pieno di figure non identificabili come ambigue sul fronte della fedeltà alla Nato.

Già a tre giorni dal voto, parlando a Rds, la Meloni aveva commentato la mobilitazione parziale russa perorando unità: "Il ricorso ai riservisti è un segnale della debolezza di Putin, segno che le sanzioni stanno producendo degli effetti", ha dichiarato aggiungendo che "la resistenza ucraina sta dando i suoi frutti, cosa che nessuno si aspettava. La situazione è delicatissima, bisogna agire con grande compattezza e lucidità". Di pochi giorni dopo il voto lo scambio via Twitter di calorosi saluti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. E dagli oppositori della Meloni anche Matteo Renzi ha definito "scorretto e disonesto" negare che Meloni è stata la prima ad avere una posizione atlantista contro la Russia.

La posizione di Giorgia Meloni è del resto in piena continuità con quella del suo partito: solo poche settimane fa Adolfo Urso, presidente del Copasir, si è recato in Ucraina e Usa a portare il sostegno di Fdi a questa prospettiva pro-Washington e pro-Kiev. Nel loro "tirocinio" da aspirante partito di governo i conservatori italiani hanno ampliato il loro sostegno alla Nato e al campo occidentale, condotto senza ambiguità.

E la Meloni non fa altro che proseguire una linea ormai chiara mentre il processo di insediamento del governo che mira a condurre è destinato ad aprirsi in tempi sempre più stretti.

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