Incubo intifada a Milano Ebreo accoltellato in strada

Milano La seconda Intifada è arrivata anche a Milano? Non è un incubo sfumato e nemmeno una remota fantasia, ma con il passare delle ore sta assumendo tutte le caratteristiche di una realtà, dai contorni agghiaccianti e purtroppo piuttosto netti. Ieri sera nell'area di Bande Nere - piena zona ebraica della città, a due passi da un noto ristorante kosher e dalla scuola ebraica - un uomo di 40 anni è stato aggredito alle spalle e ferito a coltellate mentre camminava per strada da un uomo incappucciato che poi è fuggito. La vittima non è una persona qualunque e, soprattutto, non è stata assalita per essere rapinata. Si tratta di un ebreo ortodosso, che porta la barba lunga e che indossava la kippah, genero di un rabbino di origine afghana, Hetzkia Levi, che in questi giorni si trova con la figlia in visita a Milano. Secondo la comunità ebraica del gesto sarebbero responsabili tre arabi, tra cui forse una donna, che avrebbero sferrato al 40enne dieci fendenti; la polizia, che conduce le indagini, parla invece di un unico aggressore che avrebbe colpito l'ebreo con 4 coltellate, tre più leggere alla schiena e una al volto, ora sfregiato da un taglio di sette centimetri. Quindi l'aggressore (o gli aggressori?) sarebbe fuggito, confidando nell'oscurità (erano da poco passate le 20) e nella velocità d'azione che gli hanno permesso di far perdere le proprie tracce.Il ferito, accasciatosi sul marciapiede, è stato soccorso da alcuni passanti e poi dal personale sanitario di un'ambulanza del 118 che lo ha trasportato d'urgenza all'ospedale Niguarda, dove fortunatamente le sue condizioni sono apparse subito non preoccupanti. L'uomo non ha mai perso conoscenza e le coltellate non hanno leso organi vitali.Naturalmente - mentre la questura al momento non si sbilancia con dichiarazioni dettagliate sul responsabile del tentato omicidio, visto che chi ha aggredito il 40enne non è ancora stato identificato - c'è, com'è comprensibile, grande apprensione da parte della comunità ebraica che teme si tratti di un gesto a sfondo razziale. «Siamo vicini al giovane e alla sua famiglia - hanno dichiarato i responsabili della comunità milanese ieri sera sul loro sito - e confidiamo si tratti di un episodio isolato». «È l'episodio più grave che si sia mai verificato a Milano» ha puntualizzato il co-presidente della comunità Raffaele Besso. La polizia, intanto, ieri seragià cercava immagini utili dalle telecamere di sorveglianza.

Negli ultimi tempi, a Gerusalemme e a Tel Aviv, è un susseguirsi di episodi molto simili a quello accaduto ieri sera a Milano. L'affermarsi di una componente islamica fra gli arabo-israeliani ( il 20% della popolazione), vicina ai Fratelli Musulmani, in Israele sta ponendo una nuova sfida alla sicurezza.

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