
È andata bene. Ma se l'insegna fosse caduta dalla torre Hadid sarebbe stata una tragedia. Per questo è fondamentale capire a breve giro le cause di quello che gli ingegneri strutturali chiamano "cinematismo di collasso".
Ne parliamo con Gianpaolo Rosati, docente di Tecnica delle Costruzioni al Politecnico di Milano, consulente nel crollo del Ponte Morandi e della funivia del Mottarone.
Rosati, la deputata dem Laura Boldrini sostiene che la causa del crollo sia il cambiamento climatico. Al netto della dose "politica" di terrorismo ambientalista, può essere che il caldo abbia realmente compromesso la struttura?
"I picchi di caldo anomali di questi giorni possono aver avuto la loro parte. Il pannello e la rete di tubi di acciaio che lo sostengono sono esposti a temperature molto alte. A seconda della posizione del sole, una parte della rete arriva anche a 60 gradi e una seconda parte resta all'ombra e resta a 30-40 gradi".
Questa differenza di temperature può provocare cedimenti?
"Sì perché le aste in acciaio surriscaldate tendono ad allungarsi, quelle più 'fredde' tendono a restringersi. Di fatto si crea uno sforzo aggiuntivo sulla struttura. Si chiama instabilità per carico di punta".
Però un "disequilibrio" del genere può capitare in tutte le strutture simili. Come si può prevenire il problema?
"Si può far fronte a questo pericolo facendo una previsione di calcolo che tenga conto delle temperature. La normativa fornisce indicazioni sulle variazioni termiche della città in cui si costruisce. la normativa del 2018, quando è stata installata l'insegna, indicava certi parametri che evidentemente andrebbero aggiornati".
Il vento dei giorni precedenti può essere stato una concausa?
"Le strutture vengono dimensionate per far fronte agli effetti del vento. Vengono fatte le prove nella galleria del vento su modelli più o meno in scala. Detto questo, il vento oltre certi limiti può aver generato una deformazione che non è stata 'ammortizzata' dalla struttura".
I controlli ogni quando devono essere fatti?
"Su una struttura del genere occorre un'ispezione visiva almeno due volte all'anno ed è obbligatorio un piano di manutenzione".
Si fa prima a riparare o a sostituire la struttura che sorregge l'insegna?
"È difficile smontare la struttura, serve un progetto, forse è meno complicato progettare una nuova. Ma chiediamoci se è veramente necessario".
Cioè, suggerisce di levare l'insegna e basta?
"Diciamo che ci sono opere essenziali, ad esempio i ponti, ed altre no. E diciamo anche che spesso si dà più peso alla parte estetica che a quella strutturale.
È un errore che fanno tanti. Ci è cascato anche Calatrava con il ponte Alamillo di Santiago: bellissimo ma con tonnellate nell'impalcato per lavorarlo. Ai miei studenti lo porto come esempio di controsenso ingegneristico".