Insulti a Giorgia Meloni: ora il Pd protegge chi fomenta l'odio

Giorgio Van Straten era in diretta con Giovanni Gozzini mentre Giorgia Meloni veniva insultata: FdI propone una risoluzione per sollevarlo dall'incarico di una fondazione culturale e il Pd non firma

Insulti a Giorgia Meloni: ora il Pd protegge chi fomenta l'odio

Dopo la telefonata di Sergio Mattarella a Giorgia Meloni, tutte le forze politiche hanno espresso la loro solidarietà alla leader di Fratelli d'Italia per le offese ricevute. La politica ha momentaneamente fatto quadrato attorno a lei per le gravissime parole, che hanno portato alla proposta di sospensione senza stipendio per tre mesi del professore Giovanni Gozzini. Il docente di storia contemporanea, però, non era solo nel corso della diretta radiofonica incriminata. Tra gli ospiti della trasmissione c'era anche Giorgio Van Straten della presidenza della Fondazione Alinari ma, come riporta La Nazione, la risoluzione per rimuoverlo dal suo incarico non è stata firmata dal Partito democratico.

Nelle scorse ore, infatti, il capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio della Regione Toscana ha presentato una risoluzione ai colleghi di maggioranza e opposizione da presentare poi in assemblea. Un documento con il quale Francesco Torselli chiedeva il sollevamento dagli incarichi presidenziali di Giorgio Van Straten. La risoluzione, oltre che da Fratelli d'Italia, è stata firmata da Forza Italia e dalla Lega, ma anche dal Movimento 5 Stelle e da Italia viva. L'unico partito a non aver firmato è il Partito democratico. Un comportamento permeato di controsenso quello del Pd, perché se da un lato il capogruppo dem in Consiglio regionale, Vincenzo Ceccarelli, appoggia pienamente i moti di solidarietà nei confronti di Giorgia Meloni, dall'altra non condivide la richiesta di allontanamento di Giorgio Van Straten dalla presidenza della Fondazione Alinari, organismo fondato dalla Regione Toscana. Finché si tratta di solidarietà teoria, a parole, il Pd c'è, ma quando bisogna passare ai fatti per prendere una posizione netta e distante da certi comportamenti, i dem fanno un passo indietro.

Vincenzo Ceccarelli ha sottolineato come quello di Giorgio Van Straten fosse un ruolo marginale e secondario nella trasmissione, completamente diverso da quello di Giovanni Gozzini. "Non possiamo prestarci alle strumentalizzazioni della destra. Mi sembra sinceramente esagerato mettere sullo stesso piano l'atteggiamento tenuto da Van Straten con quello, stigmatizzato da tutti, del professor Gozzini", ha detto il capogruppo dem. Una spiegazione che Francesco Torselli non ha gradito: "Atteggiamento gravissimo da parte del Pd. Nella riunione dei capigruppo, Ceccarelli ci ha chiesto di togliere la parte relativa a Van Straten e lasciare quella della solidarietà. Chi voleva farle le scuse l'ha chiamata o l'ha detto pubblicamente, ora serve l'atto politico conseguente: Van Straten non può parlare di cultura a nome della Regione come presidente della Fondazione dopo l'atteggiamento che ha tenuto". Quindi, il capogruppo di FdI ha ribadito la sua richiesta: "Deve lasciare quella poltrona. Che ne pensa la segretaria del Pd Bonafè?"

Al fianco di Francesco Torselli si è schierato Marco Stella, capogruppo di Forza Italia: "Non è accettabile che Van Straten presieda un ente culturale dopo la performance in radio". Dello stesso avviso anche Elisa Montemagni, capogruppo della Lega.

Sono poi arrivate anche le parole di Giorgio Van Straten: "Non si scambi il mio silenzio per una forma di arroganza. Io sono mortificato per quello che è successo e mi sono anche già scusato con l'onorevole Meloni. Per favore, si rispetti il mio silenzio".

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