Intesa "necessaria" tra Meloni e Macron. Il nodo Israele-Gaza

Martedì incontro a Roma con il francese. Poi Giorgia vedrà anche Costa e Rutte

Intesa "necessaria" tra Meloni e Macron. Il nodo Israele-Gaza
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La settimana appena andata l'ha sostanzialmente dedicata alla missione in Asia centrale. Due tappe, la prima a Samarcanda (Uzbekistan) e la seconda ad Astana (Kazakhstan), a cui ha aggiunto il primo vertice tra Italia e Paesi del centro Asia, un formato 1+5 che ha coinvolto anche Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan. Tutti storicamente molto sensibili all'influenza russa e con cui l'Italia sta cercando di aprire un canale non solo commerciale ma anche politico, con un occhio ai possibili negoziati di pace tra Russia e Ucraina. Sul primo fronte si registrano accordi commerciali da 3 miliardi con l'Uzbekistan e da 4 con il Kazakhstan. Sul secondo, al netto delle dichiarazioni a favore di telecamere dei diversi protagonisti della missione italiana nel cuore della via della Seta, solo il tempo potrà davvero dire.

La settimana che si aprirà domani sarà invece dedicata a una serie di faccia a faccia di alto livello. Quello sotto i riflettori è l'incontro a Palazzo Chigi in agenda martedì alle 18 con il presidente francese Emmanuel Macron. Centrale non solo per il peso geopolitico della Francia, ma anche per le ripetute incomprensioni tra Meloni e l'inquilino dell'Eliseo. Distanze che da qualche giorno i due stanno smussando anche nelle dichiarazioni pubbliche, ben consapevoli che Italia e Francia non possono non muoversi insieme davanti a crisi geopolitiche con ricadute globali come il conflitto tra Russia e Ucraina e l'eventualità di una guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti. Di qui il riavvicinamento necessario, perché soprattutto quando si parla di relazioni internazionali la realpolitik non può non essere la bussola da seguire.

Sui dazi Meloni e Macron sono d'accordo sulla necessità che gli europei debbano essere tutti allineati «per tenere agganciato» Donald Trump. Con Roma che immagina un approccio con Washington più dialogante e che tenga conto della cornice complessiva della trattativa e Parigi che - esattamente come l'Unione europea - è più incline a entrare nei dettagli dei singoli dazi. E Meloni e Macron, al netto dell'eventuale invio di truppe sul campo in Ucraina, sono anche sostanzialmente sulla stessa linea sui negoziati tra Mosca e Kiev. A differenza della crisi in Medio Oriente, su cui Macron ha preso una posizione decisamente pro Palestina ed estremamente critica con Israele. Perplessità che Meloni condivide a pieno, ma su cui il governo italiano si muove con più prudenza per ragioni non solo politiche ma anche legate alla storia del principale partito di maggioranza.

Ma nella settimana che verrà Meloni non vedrà solo Macron. A Roma, infatti, la premier ha in agenda una lunga serie di appuntamenti internazionali.

Dal primo ministro della Slovacchia Roberto Fico al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, fino al presidente argentino Javier Milei. La settima successiva sarà la volta del segretario generale della Nato Mark Rutte. Incontro in agenda a Palazzo Chigi il 12 giugno, proprio alla vigilia del G7 che si terrà in Canada a Kananaskis.

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