"Io, mio padre e Vannacci. Mai attaccato nessuno"

Il leader dei giovani Fi, Simone Leoni: "Cresciuto senza papà, ha riscoperto il ruolo solo per colpirmi. Ma lo perdono"

"Io, mio padre e Vannacci. Mai attaccato nessuno"
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Quando lo cerco, Simone Leoni è impegnato con la tesi di laurea e chiede di sentirci più tardi. È lui il ragazzo del momento, quello che a 24 anni, da neoleader dei giovani di Forza Italia, ha avuto il coraggio di criticare il generale leghista Vannacci, per questo è stato pubblicamente attaccato dal padre e gli ha risposto, con aplomb poco giovanile, che nella sua vita non c'era stato mai.

Simone, quando ti laurei e con quale tesi?

«Ad ottobre, in Storia contemporanea a Scienze politiche. La tesi sarà sul contributo di liberali, cattolici e monarchici alla Resistenza. Non mi piace che a sinistra se ne si siano appropriati».

Tajani ha detto che bisogna combattere la disaffezione dei giovani dalla politica. Tu come l'hai scoperta?

«Avevo 14 anni, al liceo ci facevano leggere i quotidiani, discutere della cronaca. Mi sono appassionato e sono entrato nel movimento giovanile di Fi. L'anno dopo ho incontrato Silvio Berlusconi, il mio mito, a Palazzo Grazioli. Era il 2016 e ci parlava del no al referendum di Renzi. Sono rimasto stregato dalla curiosità vera verso noi giovani. Gli ultimi 10 anni di militanza politica mi hanno arricchito molto».

Hai fatto carriera

«La gavetta: a 16 anni coordinatore in circoscrizione, a 18 coordinatore giovani a Roma, a 20 anni del Lazio, a 22 responsabile del settore organizzativo nazionale, da qualche giorno segretario. Ma ho ancora tanto da imparare».

Cos'è la politica, per te?

«Nella politica ho sempre visto uno strumento per realizzare le mie idee, i miei valori, non un fine o una poltrona da occupare. Il nostro movimento giovanile si distingue perché non è orientato al carrierismo».

Parli di valori, ma tuo padre ti accusa di non aver rispettato quelli di famiglia attaccando Vannacci

«Non sono cresciuto con mio padre o la sua famiglia. La mia di famiglia mi ha insegnato i valori cristiani del rispetto, della dignità e della centralità della persona. Per questo ho scelto un movimento politico liberale e popolare come quello di Forza Italia. Con lui avevo lo stesso rapporto che si ha con un lontano zio, non è mai stato un padre e mi addolora che abbia riscoperto questo ruolo per attaccarmi a mezzo stampa. Ma l'ho perdonato e non voglio ricascare nelle polemiche...».

Parliamo delle tue critiche alle posizioni su gay, disabili, immigrati del generale. Non hai avuto peli sulla lingua...

«Se noi giovani non abbiamo il coraggio di difendere le nostre idee, perché facciamo politica? Peraltro non ho attaccato la Lega, anzi - seppur con toni diversi - ho ribadito un concetto già fatto proprio dallo stesso Salvini quando l'anno scorso aveva preso le distanze dalle posizioni di Vannacci. Si può discutere su determinate rivendicazioni relative alle minoranze, l'importante è non attaccare le persone per ciò che sono. È la linea rossa da non superare».

Per Tajani bisogna occuparsi di più del disagio giovanile. Tu eri alla festa di Fi a Roccaraso interrotta per il suicidio di un ragazzo di voi.

«È stato tremendo, per tutti. Luca lo conoscevo bene, per un periodo aveva fatto il coordinatore provinciale di Latina quando io ero responsabile del Lazio. Quella tragedia ci ha spronato a occuparci sempre di più della salute mentale. Una proposta di legge di Fi vuole uno psicologo fisso nelle scuole, non a chiamata».

Preparate la festa estiva dei giovani?

«Ad Azzurra libertà discuteremo di salute mentale, libertà economica, ambiente, intelligenza artificiale...».

La pace?

«Certo, ma diffido di iniziative propagandistiche. Serve tanta diplomazia e valori chiari, distinguere tra aggredito e aggressore, in Ucraina ad aggredire è la Russia, in Medio Oriente, Hamas».

Fi è sempre stato un partito in doppiopetto, come volete cambiarlo?

«In Fi con Antonio Tajani ci sentiamo già protagonisti. Si può essere in giacca e cravatta a un congresso, ma per il resto il movimento giovanile sta nelle piazze, nelle scuole e nelle università con maglietta, jeans, scarpe da ginnastica e tanta passione».

Pensi alla politica di professione, vuoi entrare in Parlamento?

«No, troverò la mia strada dopo la laurea, magari nella consulenza d'impresa».

Hai una fidanzata, nel movimento?

«Sono single. Tra studio e politica il tempo è poco e in giro non c'è molta pazienza...».

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