Iran, ragazze avvelenate. La rivolta dei genitori

Iran, ragazze avvelenate. La rivolta dei genitori

Decine di studentesse iraniane sono state ricoverate ieri in cinque province del Paese per sospetto avvelenamento. Lo hanno riferito i media locali. Centinaia di casi di ragazze con problemi respiratori sono stati segnalati negli ultimi tre mesi tra le studentesse in particolare nella città santa di Qom, a sud di Teheran. Le agenzie di stampa Tasnim e Mehr hanno riportato l'ultima ondata di avvelenamenti nella provincia occidentale di Hamedan, nonché a Zanjan e nell'Azerbaigian occidentale, ma anche a Fars al sud e nella provincia di Alborz a nord. Decine di persone sono state ricoverate negli ospedali locali per cure, affermano i rapporti, aggiungendo che tutti gli studenti sono generalmente in buone condizioni. Venerdì il presidente Ebrahim Raisi ha detto di aver chiesto ai ministri dell'Intelligence e dell'Interno di seguire i casi di avvelenamento, definendoli «una cospirazione del nemico per creare paura e disperazione nella gente».

I genitori delle studentesse finite in ospedale nelle diverse province sono scesi in strada a protestare a Teheran e in diverse altre città del Paese. L'avvelenamento di massa (o almeno questo è ciò che sembra) che negli ultimi mesi ha colpito questa centinaia di ragazze in diverse scuole, non è ancora stata spiegata esattamente ma si sospetta si tratti una vera e propria campagna, secondo alcuni, volta a colpire l'istruzione femminile. Numerosi video sui social e media locali hanno riportato di una manifestazione spontanea dei familiari delle ragazze davanti al ministero dell'Istruzione nella capitale. Tra gli slogan scanditi «Guardie della Rivoluzione, Basij, siete come l'Isis!». Altre proteste simili, riporta l'agenzia Reuters, si sono svolte anche in altre città tra cui Rasht. Il presunto avvelenamento delle studentesse avviene in un momento delicato per l'Iran, dopo mesi di proteste anti-governative represse nel sangue dal regime. Le giovani e le donne in generale sono state in prima fila nel movimento che chiedeva la fine dell'obbligo del velo e, di fatto, della Repubblica islamica.

I social media in farsi sono pieni di foto delle ragazze che si sentono male a scuola e svengono, hanno palpitazioni o hanno nausee. L'Onu ha chiesto un'indagine trasparente sui sospetti attacchi e Paesi come Germania e Usa hanno espresso preoccupazione. Teheran ha promesso di indagare, ma ha avvertito i Paesi stranieri di non interferire.

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