Israele divide la Cisgiordania. "Chiodo alla bara palestinese"

Approvato l'insediamento "E1": taglierà in due il territorio. Smotrich: "Addio all'illusione dei due Stati". L'Ue: illegale

Israele divide la Cisgiordania. "Chiodo alla bara palestinese"
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Un importante progetto che prevede la costruzione di circa 3.400 unità abitative nella controversa area E1 in Cisgiordania, tra Gerusalemme e Ma'ale Adumim, ha ricevuto l'approvazione definitiva. Annunciato la scorsa settimana dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, il piano ha ottenuto il via libera formale. Smotrich, che ricopre anche un incarico ministeriale di secondo livello alla Difesa, che gli garantisce voce in capitolo nella costruzione degli insediamenti, ha definito la decisione "storica", un "passo significativo che elimina praticamente l'illusione dei due Stati e consolida la presa del popolo ebraico sul cuore della Terra di Israele". "Lo Stato palestinese viene cancellato dal tavolo non con slogan, ma con i fatti - ha spiegato - . Ogni insediamento, ogni quartiere, ogni unità abitativa è un altro chiodo nella bara di questa pericolosa idea". Ha chiarito, poi, che questa azione, che di fatto dividerà in due la Cisgiordania, è una ritorsione contro le nazioni occidentali che hanno annunciato l'intenzione di riconoscere uno Stato palestinese. Se il processo andrà avanti rapidamente, i lavori infrastrutturali nell'area E1 potrebbero iniziare nei prossimi mesi e la costruzione delle abitazioni tra circa un anno.

L'autorizzazione da parte di Israele al progetto, "frammenta l'unità" di questo territorio palestinese, trasformandolo in una "vera e propria prigione", ha fatto notare però l'Anp. Il disegno era rimasto congelato per decenni a causa della forte opposizione della comunità internazionale, comprese le precedenti amministrazioni statunitensi, che temevano che la sua costruzione su un'area di terreno per lo più vuota avrebbe impedito la creazione di uno Stato palestinese contiguo e sostenibile. Il piano, ora approvato, collegherà le aree metropolitane di Gerusalemme e Ma'ale Adumim, affossando la prospettiva di una presenza palestinese contigua tra i centri abitati di Betlemme, Gerusalemme Est e Ramallah, a lungo considerata la base per uno Stato palestinese. L'organizzazione israeliana Peace Now, che si batte contro gli insediamenti e a favore della soluzione a due Stati, ha duramente criticato il progetto: "Porterebbe Israele a diventare uno Stato binazionale". Il suo unico scopo "è sabotare ogni soluzione politica per Gaza e Cisgiordania".

L'azione ha suscitato un'ampia condanna da parte dei paesi europei e arabi, oltre che delle organizzazioni internazionali, con le Nazioni Unite che hanno chiesto a Israele di rivedere la sua decisione. L'Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, ha puntualizzato che il passo "viola il diritto internazionale". Nel frattempo il ministro della Difesa Israel Katz ha dato il via libera al piano per conquistare Gaza City, roccaforte di Hamas dove si ritiene si rifugino centinaia di migliaia di palestinesi. Saranno mobilitati 130 mila riservisti. L'offensiva è soprannominata "I carri di Gedeone 2", a seguito di una precedente operazione. La decisione arriva mentre la stragrande maggioranza degli israeliani, secondo i sondaggi circa l'80%, desidera che il governo raggiunga un accordo per porre fine alla guerra. L'esercito dello Stato ebraico, composto in gran parte da riservisti, è esausto dopo quasi due anni di combattimenti. L'attacco dovrebbe iniziare a settembre, sebbene Tsahal abbia già iniziato a operare alla periferia di Gaza City, comprese aree come Jabalia e Zaytoun. Anche Trump è intervenuto, in modo dirompente, e ha definito Netanyahu "un eroe di guerra".

Papa Leone ha invitato invece a "vivere la giornata del 22 agosto in digiuno e preghiera" per supplicare il Signore "che ci conceda pace e giustizia e che asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti in corso".

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