
È il giorno della libertà per i 20 ostaggi ancora in vita, trattenuti da Hamas nella Striscia da 738 giorni. Il giorno nel quale "i figli torneranno alla loro terra" e partirà "un nuovo cammino, un percorso di ricostruzione, di guarigione e, spero, di unione dei cuori", come dice il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Ieri Israele ha comunicato alle famiglie dei rapiti che si aspettava il loro rilascio tra le 4 e le 6 di questa mattina in tre località di Gaza e che sarebbe stato informato dalla Croce Rossa due ore prima del memorabile momento. L'attesa ieri era febbrile. Secondo alcune indiscrezioni, che nella tarda serata si rincorrevano frenetiche tra conferme e smentite, Hamas si sarebbe offerta di anticipare la tempistica, probabilmente in cambio di almeno due dei sette terroristi palestinesi condannati all'ergastolo di alto profilo detenuti da Israele. Si dice che tra questi prigionieri ci siano Marwan Barghouti, il capo di Fatah Tanzim che sta scontando cinque ergastoli per il suo ruolo nella pianificazione di tre attacchi terroristici che hanno ucciso cinque israeliani durante la Seconda Intifada, ma considerato da gran parte dei palestinesi come il loro leader più prestigioso, e Ahmad Sa'adat, capo del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, condannato nel 2008 a trenta anni di carcere per aver orchestrato l'assassinio del ministro del turismo israeliano Rehavam Ze'evi nel 2001.
Non vi era, però, alcuna indicazione che Israele avrebbe accettato questa richiesta. I palestinesi da scarcerare sono circa 2mila, tra cui 250 condannati all'ergastolo. Anche il Wall Street Journal ha riportato che Hamas ha confermato a Israele, tramite mediatori arabi, che 20 dei restanti 48 ostaggi sono vivi e potevano essere liberati in anticipo. Ma tutto dipendeva dalla disponibilità dello Stato ebraico a scarcerare Barghouti e Sa'adat.
Hamas è tenuta in base ai termini dell'accordo a rilasciare tutti i 48 ostaggi 20 vivi e 28 morti entro oggi a mezzogiorno. Tuttavia, il gruppo estremista ha affermato che non sarà in grado di localizzare tutti i rapiti deceduti entro tale termine, e Israele ne è a conoscenza. Questi ultimi poi dovranno essere identificati dalle autorità ed esaminati dai medici legali. Una volta che lo Stato ebraico avrà confermato di aver ricevuto tutti i sequestrati in vita inizierà a liberare i prigionieri palestinesi.
Benjamin Netanyahu intanto ha fatto sapere: "Israele è pronto per accogliere tutti i nostri ostaggi". Secondo quanto riportato, il gruppo terroristico aveva segnalato di voler completare la procedura prima dell'arrivo di Trump in Israele, previsto per le 9,20 di oggi. Ieri in serata Hamas ha anche comunicato che aveva terminato tutti i preparativi per la liberazione degli ostaggi, e li aveva già spostati nei punti di raccolta. Israele si aspettava che tutti i venti rapiti ancora in vita venissero consegnati alla Croce Rossa contemporaneamente.
Una volta liberi saranno poi trasferiti in Israele e portati alla base militare di Re'im. Il Forum delle famiglie ha fatto sapere che già a partire dalla mezzanotte di ieri piazza degli Ostaggi sarebbe stata aperta e avrebbe trasmesso in diretta il rilascio dei sequestrati. La portavoce del governo Shosh Bedrosian ha aggiunto ieri che era stato concordato che i rapiti venissero "trasportati in sei-otto" veicoli senza "alcuna esibizione macabra da parte di Hamas", come avvenuto in passato, immagini che hanno sconvolto tutto il mondo. E poi finalmente si potranno riunire alle loro famiglie.
Ma già ieri il vicepresidente statunitense JD Vance speranzoso, sosteneva che la loro liberazione era imminente e poteva avvenire "da un momento all'altro". L'emozione per il momento storico è alle stelle in Israele. Le ultime ore di una odissea per decine di famiglie e per un intero Paese.