Gli italiani stanno dalla parte della Meloni. La fiducia nei giudici è scesa sotto il 40%

I consensi della magistratura in calo costante dopo il boom degli anni '90

Gli italiani stanno dalla parte della Meloni. La fiducia nei giudici è scesa sotto il 40%
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Per la politica italiana si preannuncia un'estate calda, cui seguirà probabilmente un autunno ancora più caldo.

Alcuni primi indizi di come stanno andando le cose possono essere tratti non solo dalle distribuzioni delle intenzioni di voto, quanto, ancor più, dagli indici di popolarità dei singoli leader. È sull'immagine di questi ultimi, infatti, che si basano sempre più le scelte di voto degli elettori.

Al riguardo, appare utile analizzare in modo comparato la popolarità del capo del governo, Giorgia Meloni e del principale leader dell'opposizione, Elly Schlein.

Come si sa, la presidente del Consiglio gode in questo momento di un largo consenso. E ciò nonostante le criticità dell'esecutivo (in primis la sempre problematica attuazione del Pnrr e il conseguente ottenimento delle rate dei fondi Ue) e, da ultimo, i procedimenti giudiziari in cui, a vario titolo, sono stati coinvolti, proprio in questi giorni, esponenti della maggioranza. Di fronte a questi episodi c'è stata una decisa reazione dagli ambienti di Palazzo Chigi, ove si è parlato addirittura di «complotto della magistratura» nei confronti della stabilità del governo. Ma, diversamente dai tempi di Berlusconi, la Meloni non sembra dover temere per questo motivo una caduta di popolarità. La popolazione, infatti, si fida più del governo (che gode oggi del consenso della maggioranza degli elettori) che dei magistrati: la fiducia verso questi ultimi, come ha ben documentato Bordignon su Il Mattino, è decresciuta regolarmente dal 94 in poi e si colloca oggi sotto il 40%.

Sul lato opposto dello scenario politico, la popolarità di Schlein si è ristretta nelle recenti settimane (26% contro il 31% dell'ultimo mese e il 36% dello scorso marzo, secondo i dati Ipsos sul Corriere), parallelamente a una contrazione delle intenzioni di voto espresse per il suo partito. Ma, al tempo stesso, si è rafforzata all'interno dei suoi sostenitori.

In altre parole, Schlein ha visto diminuire il suo sostegno in assoluto (all'interno di tutto l'elettorato) ma lo ha visto accrescere nell'ambito circoscritto dei votanti per il Pd. Lo provano i risultati di un recente sondaggio SWG: Il 64% degli elettori del Pd (versus il 18% dell'elettorato nel suo complesso) ritiene che da quando Schlein è alla sua guida, il partito è nettamente migliorato, specie perché prende posizioni più nette ed è meno moderato. E di fronte agli attacchi dall'esterno, quasi tre quarti (73%) dell'elettorato Pd afferma che è giusto «lasciarla lavorare».

Insomma, Elly Schlein rafforza il proprio seguito nel suo partito (che è forse il primo obiettivo che si prefissava), malgrado la diminuzione dei voti in assoluto di quest'ultimo.

Con una differenza rispetto alla Meloni: mentre il capo del governo sembra estendere la sua popolarità anche nei confronti degli

elettori di altre forze politiche (compresa, in qualche misura, una parte dei votanti per quelle di opposizione) la segretaria del Pd appare per ora plaudita principalmente (se non esclusivamente) all'interno del suo partito.

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