"Lanciamo un'associazione per rafforzare i moderati". Intervista a Mariastella Gelmini

Gelmini dopo l'uscita da Azione con Carfagna e Versace: "Non si governa con l'estrema sinistra"

"Lanciamo un'associazione per rafforzare i moderati". Intervista a Mariastella Gelmini
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La virata a sinistra di Azione l'ha delusa. Mariastella Gelmini si è sganciata da Carlo Calenda e ha deciso di rimanere al centro. Si chiama Centro popolare la nuova associazione nata ieri e battezzata da Gelmini con Mara Carfagna e Giusy Versace. Il trio lancia un ponte verso il centrodestra e oggi di fatto il soggetto appena nato si federerà con Noi moderati di Maurizio Lupi.

Senatrice Gelmini, con Calenda è finita. Perché?

«Azione ha preso una direzione che non può essere la mia. Ho aderito a quel movimento politico perché si proponeva di restare al centro, lontano dalla sinistra radicale e dal populismo a 5 Stelle e mi sono ritrovata nel campo larghissimo in tre regioni che vanno al voto. In una la Liguria con un presidente mandato a casa per via giudiziaria. Non ho abdicato alle mie idee entrando in Azione: resto una moderata, credo nei valori del popolarismo, so che lo scenario politico si è bipolarizzato, complice anche il fallimento del Terzo polo, ma di andare con Conte, Fratoianni e Bonelli non l'ha ordinato il dottore».

Non era tentata dal campo largo? Ancora più largo con lei e Carfagna?

«Assolutamente no. Sarebbe unicamente un'alleanza contro. Azione ha rifiutato di allearsi con il Pd guidato da Enrico Letta e con Avs, quando il partito di Bonelli e Fratoianni, era al 3 per cento. Adesso mi dovrei alleare con il Pd di Schlein, Avs che ha il doppio dei voti di Azione e pure con i 5 Stelle?».

Oggi nasce Centro popolare? Che cosa è? L'ennesimo partitino al centro?

«Nel nuovo contesto bipolare è importante rafforzare il centro: le democrazie contemporanee non si governano da posizioni estreme. E noi vogliamo svolgere, come associazione politica, un ruolo per cercare di attrarre i tanti delusi del terzo polo che non vogliono finire a sinistra».

Perché la convergenza verso Noi moderati?

«Maurizio Lupi ha enunciato un progetto politico condivisibile e un'apertura al confronto a chi proviene da storie come la nostra. Oggi parteciperemo alla direzione allargata di Noi Moderati per avviare un percorso fondativo per il consolidamento di un soggetto politico plurale»

Forza Italia è diversa e più attrattiva di quando se ne è andata. Come è il rapporto con il suo ex partito?

«Mi pare che Antonio Tajani abbia condotto in salvo il partito in un momento difficile: la perdita del Presidente Berlusconi è stata ovviamente drammatica per Forza Italia, perché di leader di quel tipo ne nasce uno ogni cento anni. Ha cambiato la politica in Italia e segnato un'epoca. Sono legata con affetto a quella storia, ma credo che ci sia ancora spazio, senza sovrapposizioni, per rafforzare la partecipazione del centro alla politica italiana».

Dall'opposizione alla maggioranza. Ora sta con Giorgia Meloni?

«Anche dall'opposizione, non abbiamo avuto difficoltà a riconoscere le cose positive fatte dal governo. E dobbiamo dare atto a Giorgia Meloni di aver tenuto a bada le spinte più estreme della sua maggioranza, sia nella tenuta dei conti pubblici che in politica estera. Due aspetti che nella situazione attuale sono centrali. Con la decisione poi di mandare Raffaele Fitto a Bruxelles, al netto di ogni considerazione su come ci si è arrivati, Meloni ha scelto l'Europa e ha difeso l'interesse del Paese».

Quali sono le vostre priorità per il Paese?

«Vengo dal mondo popolare e credo nella centralità della persona e della famiglia, una centralità che oggi va difesa e declinata tenendo conto delle nuove emergenze. In primo luogo l'inverno demografico che stiamo attraversando, che richiede un nuovo welfare per la famiglia e per le donne. E poi dobbiamo puntare sui giovani: occorre superare il mismatch formativo ma anche quello retributivo, perché con gli stipendi attuali è difficile poter mettere su famiglia. Dobbiamo valorizzare il merito e la competenza e realizzare un nuovo equilibrio fra le generazioni. E poi vanno aiutate le imprese ad affrontare la duplice transizione verde e digitale: non si può pensare di salvare il Pianeta distruggendo il Made in Italy e la nostra manifattura».

Chi verrà con lei e

Carfagna?

«Sicuramente Giusy Versace, con cui ho fatto un lungo percorso assieme e che è fondatrice come me e Mara dell'associazione, poi puntiamo a coinvolgere tante energie che sul territorio si stanno facendo avanti».

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