L'anniversario tra urla e fischi. Contestati Bernini e La Russa

La ministra ammette la matrice neofascista dell'atto ma non basta. Bolognesi (Associazione vittime): «La premier ricordi il passato da cui proviene»

L'anniversario tra urla e fischi. Contestati Bernini e La Russa
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Puntuale da 44 anni il triplice fischio del treno alle 10.25 ha rappresentato anche ieri il momento più toccante e sentito della manifestazione in ricordo della strage di Bologna (2 agosto 1980). Il corteo guidato dalle autorità è arrivato alla stazione per il gesto collettivo di memoria e condivisione del dolore. Non sono mancati momenti di polemica e dissonanze. A farne le spese la ministra Anna Maria Bernini che insieme con il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il governatore Michele De Pascale e il presidente dell'Associazione vittime della strage Paolo Bolognesi, rappresentava le istituzioni. Chiamata a parlare dopo gli interventi di Lepore ("Le ultime sentenze della Corte di Cassazione confermano la verità giudiziaria, d'ora in poi si potrà raccontare in modo diverso quello che è accaduto") e di De Pascale ("I mandanti della strage non potevano immaginare che dopo tanti anno fossimo qui con la verità in mano, nessuno poteva immaginate la forza dei familiari delle vittime"), la Bernini ha parlato di una "strage orrenda, oscena che i magistrati hanno definito di matrice neofascista". La ministra ha poi ribadito l'impegno del governo a ritirare le circolari restrittive che al momento impediscono a studiosi e ricercatori di studiare le sentenze e gli atti giudiziari depositati negli archivi di Stato.

Dal pubblico si sono però sollevate voci polemiche sul governo. "Crediamo alla sua personale buona fede, ma non alla solidarietà del governo". È il grido isolato di un contestatore all'indirizzo della ministra. Il contestatore forte degli applausi ha poi ricordato come le sentenze attribuiscano alla strage una matrice neofascista e i mandanti in capo alla P2. L'uomo mostrava anche un cartellone, su cui si leggeva "Governo non credibile sul 2 agosto" e si richiamavano responsabilità di Nato e P2.

Ben prima del contestatore solitario ci aveva pensato il presidente dell'associazione che rappresenta i familiari delle vittime a surriscaldare il clima con un attacco diretto alla Meloni. "Alla presidente del Consiglio, che ci ha accusato di volerla esporre a ritorsioni, nel ricordare il passato da cui proviene, come quello da cui provengono gli esecutori delle stragi - ha detto Paolo Bolognesi -, vogliamo dire che una cosa è il rispetto per le Istituzioni, un'altra è l'accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare. Condannare la strage senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici". Con fischi dal pubblico quando Bolognesi ha citato anche il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Immediata la replica della ministra. "Sono rimasta sul palco - ha replicato la Bernini - per il profondo rispetto che nutro nei confronti dei familiari delle vittime. Devo però dire che non sono d'accordo né a titolo personale né come rappresentante del governo con qualunque riferimento fatto dal presidente Bolognesi all'attualità o all'attuale governo".

Solidarietà alla ministra è stata espressa da molti parlamentari e compagni di partito a iniziare dal governatore del Piemonte Alberto Cirio e dal ministro Paolo Zangrillo ("inaccettabili le strumentalizzazioni sulla strage di Bologna").

In piazza anche molti politici tra cui Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini e la segretaria dem Elly Schlein. "Sono passati 45 anni - ha sottolineato -. Quello che dicono i familiari delle vittime è dentro alle sentenze, di cui bisogna assicurare la pubblicazione. Invito tutti a leggere quelle sentenze, anche chi governa".

Mentre una nota degli europarlamentari Cinque Stelle avverte: "Le Istituzioni europee riflettano sull'ambiguità dimostrata dalla Meloni che tace sulle connessioni fra il partito in cui ha militato e sanguinosi attentati come quello alla stazione di Bologna".

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