L'appello ai giovani: è l'ora della rivolta. Una spallata al regime

L'80% della società vuole un governo laico. La forza delle lotte per Mahsa può avere successo

L'appello ai giovani: è l'ora della rivolta. Una spallata al regime
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Adesso forza ragazzi, mostratevi. Siete là, nel caos di Teheran, vi siete esposti negli anni a decine di milioni, coloro che ambiscono finalmente a uno stato laico ammontano a più dell'80 per cento. I cittadini che alzando la testa vedono adesso sfrecciate gli F35 israeliani nel cielo hanno vissuto battaglie gloriose contro guardie della Rivoluzione, esercito, polizia, le rivoluzioni in cui hanno fronteggiato senza paura le armi spianate, i manganelli in mano, la ferocia di chi sapeva di marciare in divisa per andare a picchiare e a violentare le donne.

Adesso le centrali di queste terribili fonti di oppressione e di morte per il popolo iraniano sin dal 1979, sono state in gran parte distrutte. Sono stati eliminati i loro leader impegnati nella costruzione di un potere internazionale deciso con ogni mezzo alla dominazione religiosa e nel mantenimento di uno dei poteri più liberticidi del mondo. È il momento per quel popolo che, dopo che essersi rivoltato con vari motivi sociali e politici nel 1999, nel 2009, fra 2011 e '12, fra 2017 e '18, fra 2019 e '20, finalmente risorga, si mostri. Le ultime grandi rivolte sono state quelle meravigliose in nome di Mahsa Amini, una ragazza curda che arrestata il 14 settembre 2022 dalla polizia morale, trascinata in carcere e picchiata a morte perché non indossava il hijab in maniera propria, ha destato sulla sua memoria una rivolta che ha investito decine di province dell'immenso Paese. Sono stati due anni di scontri per «donna vita libertà», mai si è visto un coraggio più splendente nella migliore fra le aspirazioni umane, quella della libertà.

L'abitudine iraniana a liberarsi dalla minaccia politica con la violenza ha conosciuti un picco nelle condanne a morte, 834 solo nel 2023, mentre le piazze si ribellavano sull'onda della protesta femminile ormai diventata generale. Nel 2024 i primi sei mesi hanno visto 400 esecuzioni con accuse di ogni genere, dalla blasfemia alla violenza. I crimini contro il popolo dell'Iran sono stati passati sotto silenzio da gentili interlocutori politici, messi in totale sottordine dall'Onu e da un consesso internazionale che ha preferito vestire le nostre antiche statue romane e greche al cospetto degli ayatollah, piuttosto che fronteggiarli su un atteggiamento così sessuofobo da impiccare gli omosessuali sulle gru nella pubblica piazza. Mentre tutto questo è accaduto nei decenni, la hybris del potere nel poter piegare le anime è diventata, come spesso accade, quella del disegno di piegare il mondo: con alleanze potenti come quella coi russi e, più di nascosto, coi cinesi; usando proxy come Hezbollah e Houthi, entusiasti di essere stati adottati da un leader così potente da essere sulla strada della bomba atomica che avrebbe completato il lavoro dell'Islam estremo di uccidere gli ebrei e conquistare il mondo.

L'Iran di Khamenei ha costruito un potere che riteneva consolidato, definito. Nessuno, pensava, avrebbe mai più avuto il coraggio di sfidare. Invece, il cielo si è rovesciato. La confusione ha invaso le centrali dell'oppressione come mai gli antagonisti di quel sistema si sarebbero potuto sognare. È difficile adesso persino da capire: la tv iraniana manda in onda immagini di Qassem Suleimani, la confusione nelle strade è totale. Le minacce nel panico spazzano il vuoto.Come Israele abbia trovato il coraggio e la forza di agire da sola dal cielo e dalle postazioni costruite in anni di lavoro dentro l'Iran, e affrontare faccia a faccia il regime, forse molti non riescono ancora a afferrarlo. Netanyahu, in uno dei suoi messaggi, ha cercato di indicare una nuova strada di amicizia col popolo dell'Iran spiegando che una volta eliminata la terribile leadership dei loro incubi, può nascere un mondo di collaborazione internazionale e persino di amicizia.

Si immagina un futuro da costruire finalmente privo di odio, mentre la sirena ancora suona e chiama a scendere di nuovo, e di nuovo Certo come Israele quando ha capito che il momento era fatale, che era o bomba atomica o intervenire adesso, così certo qualcuno in Iran intuisce: la strada è aperta, coraggio.

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