L'arcivescovo di Milano e la frecciata al Papa: "Non siamo dei bauscia"

Delpini e il nuovo cardinale creato a Como: "Forse tifa per una squadra di perdenti..."

L'arcivescovo di Milano e la frecciata al Papa: "Non siamo dei bauscia"

Gli hanno dato malignamente del «rosicone», che a tutti i costi voleva togliersi un sassolino dalla scarpa per non avere avuto dal Papa la berretta cardinalizia, andata invece al vescovo di Como. Monsignor Mario Delpini, l'arcivescovo di Milano, in realtà ha sfoggiato la sua solita ironia e utilizzando qualche battuta graffiante sulla scelta di Bergoglio, ha voluto dare una risposta a chi in questi mesi ha continuato a chiedere: «Ma perché il Papa ha fatto cardinale il vescovo di Como e non l'arcivescovo di Milano?». Domanda che si è ripetuta nel tempo, con insistenza, soprattutto tra i banchi delle parrocchie ambrosiane. «Don, ma perché il Papa non ci dà ancora un cardinale?» «Padre, perché il Papa ha scelto Como e non Milano?». E così, due sere fa, è arrivata la risposta del diretto interessato, al termine della messa presieduta dal neo porporato, Oscar Cantoni, nella cattedrale di Como per la festa di sant'Abbondio, patrono della città.

Quando monsignor Delpini ha preso la parola, davanti ai fedeli e ai vescovi e cardinali della Lombardia, nessuno avrebbe immaginato che l'arcivescovo, già braccio destro del cardinale Angelo Scola quando era alla guida della diocesi più grande d'Europa, avrebbe scherzato su quel tema: «Ci sono state delle persone un po' sfacciate», ha detto Delpini, «che si sono domandate perché il Papa non abbia scelto il metropolita per fare il cardinale e abbia scelto, invece, il vescovo di Como. Ora io credo che ci siano delle buone ragioni per questo. Interpretare il pensiero del Santo Padre è sempre un po' difficile», ha aggiunto, «perché forse vi ricordate quell'espressione altissima di una sapienza antica che diceva: Ci sono tre cose che neanche il Padre Eterno sa: una è quante siano le congregazioni delle suore, l'altra è quanti soldi abbiano non so quale comunità di religiosi, e l'altra è cosa pensino i gesuiti!. Dopo i sorrisi del pubblico, l'arcivescovo ha rincarato la dose: Io ho trovato almeno tre ragioni per la scelta del Papa: la prima è che il Santo Padre deve aver pensato che l'arcivescovo di Milano è sovraccarico di lavoro. La seconda è che probabilmente il Papa ha pensato: Quei bauscia di Milano non sanno neanche dov'è Roma, quindi è meglio che non li coinvolga troppo nelle cose del governo della Chiesa Universale. Il terzo motivo forse è che il Papa è tifoso del River (in realtà è la squadra del San Lorenzo, ndr), che non ha mai vinto niente, e quindi ha pensato che quelli di Como potrebbero essere anche un po' in sintonia perché si sa che lo scudetto è a Milano». Il video con il discorso dell'arcivescovo è diventato virale sui social e qualcuno ha definito le parole di Delpini «irriverenti» nei confronti di Francesco. Tanto che, ieri in serata, arriva il post di Don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova molto vicino a Papa Francesco: «Un arcivescovo, quello di Milano, che sbeffeggia in pubblico il Papa e un confratello perché la sede è ancora senza porpora era qualcosa che ancora ci mancava alla collezione». In realtà, chi conosce «don Mario», invece, non si è sorpreso o scandalizzato, sapendo che le battute sarcastiche sono il suo forte: «Era chiaramente ironia, non c'è niente contro il Papa, figuriamoci! Era solo un modo per buttarla sul ridere, per sdrammatizzare un po', dopo tutti quei pettegolezzi sulla porpora che non è arrivata», fa sapere un collaboratore della curia ambrosiana.

Ormai è risaputo che Francesco, per la creazione dei nuovi cardinali, non tiene più conto delle sedi di fama storica, tradizionalmente cardinalizie, come appunto Milano. «Non è la storia che nomina i cardinali, ma il Papa», è stata la risposta che Francesco ha dato a un porporato che gli chiedeva conto di questa scelta che premia principalmente le piccole diocesi.

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