Padoan taglia l'esercito È scontro sulla manovra

Con l'Isis alle porte, sull'altra sponda del Mediterraneo, e con il rischio di un coinvolgimento dell'Italia in un conflitto, il governo taglia le armi?

Padoan taglia l'esercito È scontro sulla manovra

I ministeri della Difesa e del Tesoro - è il caso di dirlo - sono sul piede di gerra. Il casus belli? I tagli che Pier Carlo Padoan vorrebbe imporre alla macchina militare dello Stato per far quadrare i conti in vista della prossima Legge di Stabilità, per la quale è ancora incerta la copertura di 4/5 miliardi di euro necessari ad attuare tutte le misure previste.

Il retroscena viene svelato da Repubblica che rivela come un'informazione che al momento dovrebbe essere riservata, è già trapelata in Parlamento e negli ambienti militari.

Il punto è che al Ministero dell'Economia e Finanza servono altri fondi e si stanno vagliando tutte le ipotesi per battere cassa. Tra queste, un taglio del 3% al bilancio del ministero gestito da Roberta Pinotti per un risparmio di quasi mezzo miliardo di euro, che però andrebbe a compromettere l'efficienza delle forze armate.

I tagli riguarderebbero l'Arma dei carabinieri (in particolare il parco auto) e i finanziamenti per l'ammodernamento dei sistemi d'arma.

Il vicesegretario alla Difesa, Domenico Rossi non ci sta: "Esprimo la mia profonda preoccupazione per la prossima legge di Stabilità.

Le riduzioni, infatti - ha continuato Rossi - andrebbero ormai ad incidere in modo non assorbibile proprio sull'addestramento del personale, sul mantenimento e ammodernamento dei mezzi, sulla sicurezza e protezione dei militari, sulle loro condizioni di vita". Il vicesegretario ha poi spiegato: "La Difesa si trova nell'impossibilità di ridurre ancora le spese, dopo aver già realizzato un processo di riduzione dei bilanci di una portata epica".

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