
Gli iraniani annunciano nuove ondate di 2mila missili, ma suona come propaganda di guerra. Sicuramente contrattaccheranno ancora con il calare del buio, altrimenti verrebbero subito individuati alla luce del giorno, ma l'intero arsenale missilistico era di 3mila ordigni, compresa una fetta che non ha la gittata necessaria per raggiungere Israele. Non pochi missili risultano obsoleti, la prima notte di guerra ne sono stati lanciati 200 e i bombardamenti ne hanno fatto fuori almeno 40 con relative rampe mobili in poche ore. Forse 2mila ordigni sono tutto quello che rimane nell'arsenale balistico iraniano, in ogni caso temibile. I dieci missili che hanno bucato le difese israeliane la notte di venerdì hanno provocato distruzioni, morti e feriti.
Il New York Times ha rivelato che il grande ayatollah, Alì Khamenei, voleva lanciarne almeno mille per rispondere all'attacco israeliano, ma non era possibile a causa dei danni subiti da rampe e basi. Gli israeliani hanno già aperto un «corridoio» per i loro caccia «dall'Iran occidentale a Teheran» sottolinea il portavoce dell'Idf (Forze di difesa israeliane), brigadiere generale Effie Defrin. Gli F-35 e di droni hanno volato, «liberamente», per due ore e mezzo nei cieli della capitale colpendo 70 obiettivi. La dimostrazione che la difesa aerea di mezza Repubblica islamica è stata spazzata via.
L'Iran è comunque il sedicesimo paese più armato al mondo con 610mila uomini in servizio. L'esercito conta 350mila soldati e il corpo dei Pasdaran, i Guardiani della rivoluzione, vera ossatura del paese, arruola 190mila uomini. Alle spalle hanno un milione di paramilitari Basji, pronti a venire mobilitati, soprattutto in caso di proteste interne. «La massa umana non serve a nulla perché hanno perso la Siria e non sono più in grado di mandare i Pasdaran sul Golan davanti a Israele» spiega Pietro Batacchi direttore di Rivista italiana difesa. «E dei famosi missili capaci di colpire lo Stato ebraico ne avranno qualche centinaio - osserva - La parte missilistica è tutta roba fai da te o che deriva dai rapporti che avevano con i nordcoreani».
I vettori più potenti sono i Sejjil-1 e 2 a propellente solido. Il primo ha una gittata di 2.400 chilometri con una velocità elevata, Mach 13, difficile da intercettare anche per gli israeliani. Pure l'ipersonico Kheibar Shekan è temibile con possibilità di guidare la testata di 1.500 chili di esplosivo nella fase finale. Il nome fa riferimento a un'antica fortezza ebraica conquistata dai musulmani e Sheikan significa «distruttore». L'Emad con un raggio d'azione fino a Israele di 1.700 chilometri può detonare sopra l'obiettivo e diventa devastante se viene armato con cariche biologiche e chimiche, che gli iraniani hanno a disposizione. Se le utilizzassero, però, gli israeliani risponderebbero con l'arma nucleare. «Droni ne hanno diverse migliaia, ma viaggiano a 200 chilometri all'ora e per questo vengono individuati a distanza e alla fine abbattuti» fa notare Batacchi. Uno dei più avanzati è il Mohajer-10, fatto in casa, con un raggio d'azione di 2mila chilometri, che può volare per 24 ore e ha un carico esplosivo di 300 chili secondo gli iraniani. Poi ci sono i famosi Shahed, che i russi utilizzano ampiamente in Ucraina. Il 147 è un drone spia, il 136 ha una funzione kamikaze ed il più letale risulta il 238 dotato di un potente motore a reazione.
«Il grosso problema dell'Iran è che sanzioni ed embargo hanno impedito l'accesso a tecnologie militari esterne - spiega il direttore di Rid - Il rapporto con la Russia si è intensificato due anni fa, ma pure loro, che hanno un tacito accordo con Israele, si limitano nelle forniture».
Gli oltre mille carri armati sono inutili in un conflitto dal cielo e i 331 velivoli, compresi Mig29 di 35 anni fa e F14 ancora più vecchi, senza pezzi di ricambio, non possono fare nulla contro il dominio aereo israeliano.
«Continueranno a bombardare i siti nucleari e i vertici del Paese nella speranza che la gente scenda in piazza per abbattere il regime - prevede Batacchi - L'unica arma insidiosa a disposizione è il terrorismo, che può colpire obiettivi occidentali e israeliani in qualsiasi continente compresa l'Europa».