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Il lascito politico per il futuro di Fi. Un assist da Madrid

Il leader del Ppe Weber è un "azzurro" militante. E Núñez Feijóo elogia Tajani

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Adesso sono chiamati tutti a un impegno maggiore. I dirigenti azzurri, i parlamentari e anche i semplici militanti sentono la responsabilità di onorare il legato politico lasciato loro in dote da Berlusconi. Ma soprattutto sentono il vuoto lasciato da una guida che sapeva fare sintesi e indicare la strada. Alla sintesi di una mano sicura e illuminata ora deve subentrare un impegno colleggiale, ripetono a S. Lorenzo in Lucina che dopo la morte del Cavaliere torna a essere il baricentro organizzativo del partito.

La prima tappa sarà ovviamente il Consiglio nazionale del 15 luglio. In attesa del quale è a disposizione di tutti i delegati la bozza del manifesto che Tajani ha presentato in una riunione congiunta di senatori e deputati. Fino alla vigilia del Consiglio c'è la possibilità di arricchirlo o migliorarlo con contributi, idee e suggestioni.

Resta indiscutibile l'impianto stesso del manifesto perché frutto diretto dell'eredità berlusconiana. Esso si fonda infatti su quattro pilastri che sono sempre stati centrali nell'azione politica del fondatore di Forza Italia: il riferimento alle radici cristiane, l'europeismo, il garantismo e l'atlantismo. Ci sarà poi una parte che riguarderà il ruolo coerente da portare avanti nel governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Il primo esecutivo della coalizione non a guida Berlusconi, che del centrodestra è stato il padre riconosciuto da tutti gli alleati. E poi c'è il suo stesso nome che resterà nel logo del partito e nello statuto, come stella polare dell'azione politica azzurra.

La dote politica che Berlusconi lascia al partito e al Paese, spiegano i vertici azzurri, è una maggioranza solida e un governo stabile. Che può contare su una squadra, quella di Forza Italia, che vanta numeri di tutto rispetto. A iniziare ovviamente dagli ultimi sondaggi che offrono risultati incoraggianti per chi sarà chiamato a prendere il testimone della guida di Forza Italia, con consensi che sfiorano la doppia cifra.

Poi c'è la nutrita compagine di senatori e deputati. Sono ben 44 i parlamentari azzurri nell'emiciclo di Montecitorio, mentre a Palazzo Madama la squadra è composta da sedici senatori, cui si potrebbe aggiungere Adriano Galliani che correrà per il seggio brianzolo lasciato sguarnito con la perdita del leader azzurro.

Nel corso di questi quattro anni si è anche allargata la compagine azzurra presente all'assemblea europea di Strasburgo. Dagli otto iniziali si è passati a dieci. Completano la squadra i cinque governatori provenienti da Forza Italia: dall'ultimo eletto Francesco Roberti (Molise) a Renato Schifani (Sicilia), da Vito Bardi (Basilicata) a Roberto Occhiuto (Calabria) e Alberto Cirio (Piemonte).

Altro lascito prezioso è la fede europeista e moderata incardinata nel perimetro del Partito popolare europeo. Il suo presidente, Manfred Weber, è considerabile a tutti gli effetti un «militante azzurro», visto la sua assidua presenza nelle convention e negli eventi di Forza Italia. Da ultimo anche Alberto Núñez Feijóo (segretario del Partito popolare spagnolo) ha offerto al partito di Berlusconi e al governo della Meloni un assist importante. «Ho il massimo rispetto per il governo» italiano e per i miei colleghi di Forza Italia, della mia stessa famiglia politica, guidata da Antonio Tajani, tra l'altro grande amico della Spagna - spiega il segretario del Pp impegnato nella campagna elettorale per le elezioni anticipate che si terranno il prossimo 23 luglio- . Penso che stiano facendo un ottimo lavoro. Hanno dato all'Italia un governo stabile, moderato, impegnato per l'Europa e concentrato sulle cose che riguardano la gente. Detto questo, non ci sono modelli esportabili.

Ogni Paese ha le sue dinamiche interne e ogni partito le sue caratteristiche».

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