Elezioni Amministrative 2021

Per la leader di Fdi è l'ora delle scelte

Uniti si vince. Facile a dirlo, forse a capirlo, difficile da fare, nella vita come in politica

Per la leader di Fdi è l'ora delle scelte

Uniti si vince. Facile a dirlo, forse a capirlo, difficile da fare, nella vita come in politica. La Meloni prima di parlare con i giornalisti abbraccia Michetti, il criticatissimo uomo suo che andrà al ballottaggio a Roma, mentre Bernardo a Milano è già di ritorno in pediatria. Forse, con meno dispetti e più tempo, chissà! L'abbraccio metafora dell'essere uniti, come quello di Spinaceto con Salvini. Uno dei miei maestri di gioventù, il grande regista russo Michalkov, diceva che le azioni sono tutte simili, dipende come ci si arriva. Per l'attore come per i leader. Giorgia ci è arrivata dopo un lungo ballo da sola, mentre la macelleria mediatica si accaniva sul Capitano e lei cresceva all'opposizione. Poi è arrivato all'improvviso il pugno nello stomaco. L'inchiesta, se così la vogliamo chiamare, di Fanpage ha già prodotto le prime conseguenze giudiziarie, l'europarlamentare di Fratelli d'Italia Fidanza e il cosiddetto barone nero Jonghi Lavarini indagati per finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio, ma soprattutto ha conseguenze simbolico-politiche, ovvero la fascistizzazione di una destra prima nel paese secondo i sondaggi. La Meloni ha fiutato il pericolo, ora dopo gli errori serrare i ranghi, dice, ricucire il centrodestra, e per la prossima grande sfida, il Quirinale, spingere Draghi e così votare il prima possibile. Se si arriva al 2023 con SuperMario e una probabile legge elettorale proporzionale, rischia di finire come la Le Pen, tanto onore ma zero potere. Da questo voto intanto non sono arrivate solo schifezze mediatiche a orologeria, ma anche avvertimenti definitivi. L'Italia non è più quella del pre-Covid, la competenza ha mandato in soffitta l'anti-casta a tutti i costi, la credibilità pacata ha cancellato il populismo estremista, il lavoro e l'ambiente e forse anche i diritti contano più dell'immigrazione e di una generica Patria. Che sul territorio, crescendo cosi tanto nel gradimento, ci fossero zone di contiguità con frange di destra non commestibile, è probabile senza che questo abbia mai avuto, credo, il consenso dei dirigenti del partito.

Ora però la Meloni deve decidere dove guidare la nave di Fratelli d'Italia, verso i mari attualmente popolati solo a parole, ovvero un partito conservatore moderno che sa tenere dentro in parte anche la visione dei moderati, oppure lasciarla nelle acque circolari di una critica dura e pura all'establishment senza però mai arrivare all'establishment.

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