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Una legge "ad compagnam" salva Concita dalle querele

Approvato un emendamento del Pd al testo sulla diffamazione che sembra cucito sull'Unità già diretta dalla De Gregorio

Una legge "ad compagnam" salva Concita dalle querele

Sono insensibile allo spirito corporativo che anima - dicono - gli appartenenti all'Ordine dei giornalisti, unico al mondo (e ciò ne prova l'arretratezza che lo rende ridicolo), tuttavia apprendo con moderata soddisfazione: la commissione giustizia ha approvato un emendamento al ddl diffamazione teso a proteggere gli iscritti all'Albo. Si tratta di una norma che li solleva dall'obbligo di pagare di tasca eventuali risarcimenti dovuti a cause promosse e vinte da persone diffamate.

Attenzione. Il paracadute non si apre per tutti, ma solo per i direttori e i redattori le cui pubblicazioni siano fallite o, comunque, non in grado di sborsare denaro essendo state chiuse. Giusto? Giustissimo. Peccato che il provvedimento coincida con grane riguardanti colleghi dell' Unità (andata a ramengo) e, in particolare, l'ex direttrice Concita De Gregorio, ora tornata alla casa madre, la Repubblica . Il che autorizza a sospettare che quella in questione sia una legge ad personam (un genere odiato dalla sinistra, in passato) o, per meglio dire, ad compagnam.

Tale provvedimento, infatti, è stato adottato su iniziativa del Pd. Che combinazione. Cosicché Concita, come ogni responsabile di testata, infastidita (eufemismo) da vari procedimenti giudiziari, tira un sospiro di sollievo. Grazie alla citata legge ad compagnam non verserà un euro. Al suo posto interverrà la cassa pubblica. Si pone fine a una ingiustizia? No. La si aggrava. Fino a ieri i giornalisti nella situazione della signora De Gregorio erano costretti a svenarsi per saldare debiti non onorati dall'editore.

Parlo per esperienza personale. Quando, dopo la mia uscita, l' Indipendente sbaraccò, l'intero ammontare dei risarcimenti per diffamazione a mezzo stampa ricadde sul mio groppone di ex direttore. Dovetti sganciare la bellezza di 864 milioni di lire (non euro, per fortuna) sull'unghia. Nessuno mi sostenne. Non una parola di solidarietà. Zero proposte di legge in mio favore. D'altronde non ero un compagno e nemmeno un progressista. L'Ordine se ne infischiò, ovviamente. Il sindacato sghignazzò. Lo stesso succede adesso ad Alessandro Sallusti. Al quale, non coperto da malleva, hanno sfilato nei giorni scorsi diecimila euro dal portafogli, tra l'indifferenza della categoria tutta. Avanti popolo, all'incasso! L'emendamento, contrariamente alla Severino, che ha stroncato Silvio Berlusconi, non avrà effetto retroattivo. Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto.

Noi abbiamo dato, Concita ha avuto.

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