L'Europa nicchia. Ma promette aiuti al governo italiano sulla bomba Tunisi

La commissaria Johansson: "In aprile andrò in missione in Nordafrica assieme a Piantedosi". Ma il governo studia il piano B: agire da solo Droni e navi alla guardia costiera del Maghreb

L'Europa nicchia. Ma promette aiuti al governo italiano sulla bomba Tunisi

Giorgia Meloni è ottimista sul Consiglio europeo che si conclude oggi, ma il tema cruciale e urgente dei migranti risulta all'ultimo posto in agenda nelle varie ed eventuali. L'Italia dovrebbe cominciare a pensare seriamente di fare da sola, con mezzi più limitati, ma maggiore celerità e concretezza. I margini di manovra non mancano a cominciare da accordi con i paesi di partenza e di imbarco dei migranti, secondo lo schema non invasivo del piano Mattei. E accelerando sui passi già decisi come l'invio alla Guardia costiera di Tripoli delle tre motovedette classe 300 ferme al cantiere Vittoria di Adria pagate dal fondo europeo per l'Africa.

Meloni, prima di entrare nel conclave dei capi di governo, iniziato ieri, ha dichiarato che si aspetta «un passo avanti sul dossier migranti». Il presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, dovrebbe spiegare «i passi concreti» da intraprendere a breve. «Posso dire che sono soddisfatta della bozza di conclusioni - ha sostenuto la premier - poiché si chiede alla Commissione di procedere spedita e rimanda su uno stato di verifica di queste misure al prossimo Consiglio europeo». I «rimandi» sono la classica tattica dilatoria dei 27 paesi diventata negli anni una prassi.

Una buona notizia arriva dal commissario agli affari Interni, Ylva Johansson: «Stiamo lavorando a stretto contatto con l'Italia e abbiamo bisogno di entrare maggiormente in rapporto con i Paesi di origine e transito per impedire le partenze irregolari. Andrò in Tunisia insieme al ministro italiano (Matteo Piantedosi nda) per discutere proprio di questo».

La missione è prevista in aprile. La bomba ad orologeria tunisina va affrontata subito e se l'Europa perderà tempo, come è accaduto fino ad oggi o sarà schizzinosa sul modo di governare il paese, il governo italiano dovrebbe fare da solo. Sul tavolo ci sono diverse opzioni: la più ardua politicamente, ma efficace, è il respingimento dei migranti in mare in collaborazione con la Guardia costiera di Tunisi come fece Prodi con gli albanesi. Il governo tunisino è preoccupato del controllo della vasta e desertica frontiera meridionale, da dove entrano i migranti sub sahariani e con la Libia. Programmi comuni di formazione e sicurezza attraverso la formula «addestra e consiglia» con nostro personale militare e di polizia è realizzabile in tempi brevi. L'intervento di Leonardo nel controllo elettronico e con i droni dei confini, già sperimentato in Libia, è un altro tassello.

L'Egitto è pure un paese cardine disponibile a trattare in maniera bilaterale, anche se pesa la mannaia dell'ingiustizia nel caso Regeni. Il presidente Al Sisi è il protettore locale del generale Khalifa Haftar, che controlla la Cirenaica, da dove si sono impennate le partenze dei migranti, che in parte arrivano attraversando illegalmente il confine egiziano. Al governo di Tripoli va garantito velocemente quello che abbiamo promesso, come le tre motovedette ferme ad Adria. Si potrebbe anche puntare ad una collaborazione più stretta e discreta sul campo coinvolgendo servizi e investigatori nella lotta ai trafficanti.

La seconda linea di intervento, che l'Europa prevede, ma sempre a rilento, riguarda i paesi di partenza. Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, è appena tornato dalla Costa D'avorio. La prima nazionalità negli arrivi da gennaio (3.347) sono proprio gli ivoriani.

Nel paese africano è stato lanciato il progetto Civit, finanziato dall'Italia e lanciato nel 2021 dall'allora responsabile del Viminale, Luciana Lamorgese, per la creazione di avamposti di frontiera, percorsi di formazione specialistica sul controllo dei confini, lotta al traffico di migranti. Nel frattempo che a Bruxelles la Ue discute, sperando che non partorisca il solito topolino, la Guardia costiera italiana ha soccorso solo ieri 745 migranti e quella tunisina è riuscita a fermarne oltre duemila.

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