L'Europa ostile al generale Vannacci dopo il boom di voti

Primo obiettivo: superare le diffidenze degli alleati del Rn

L'Europa ostile al generale Vannacci dopo il boom di voti
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Osannato nelle urne in patria, ma fortemente rinnegato in Europa. È un destino beffardo quello che è stato disegnato per Roberto Vannacci che, anche nel suo primo giorno di scuola come nuovo parlamentare europeo ufficialmente insediato nell'assemblea plenaria di Strasburgo, continua a trovarsi «imputato» nel processo politico intentatogli dalla delegazione europea del Rassemblement National. L'obiettivo dei lepenisti sembrerebbe del resto piuttosto chiaro: sottoporre il generale - recordman di preferenze alle ultime elezioni per l'Europarlamento con la sua candidatura indipendente per la Lega - a un vero e proprio cordone sanitario, in modo tale da levargli la vicepresidenza del neonato gruppo dei Patrioti.

Una mossa apparentemente contraddittoria quella avanzata dai francesi guidati da Jordan Bardella, visto che il tentativo di isolamento istituzionale «ad personam» è stato recentemente predisposto da parte dei partiti europeisti proprio ai danni degli ex componenti di Identità e Democrazia (ora confluiti nella nuova forza partorita Viktor Orbán): niente vicepresidenze del Parlamento Ue né presidenze di commissione, è stato il diktat impartito dai Popolari. Il diretto interessato continua a ostentare tranquillità. Anche perché viene ancora difeso a spada tratta dai suoi colleghi di partito: in primis il leader Matteo Salvini, il quale non ritiene che Vannacci possa essere oggetto di discussione.

E invece, a quanto pare, per Marine Le Pen & Co non possono ritenersi sufficienti le oltre 500mila preferenze ottenute alle urne poco più di un mese fa, malgrado fossero ampiamente note quelle esternazioni che hanno caratterizzato la popolarità di Vannacci negli ultimi undici mesi e che adesso fanno storcere il naso a Rn. Essere inviso a tutta la destra europea nei giorni del debutto nell'emiciclo politico continentale probabilmente non era nei suoi piani, ma per ora la posizione dell'ex Folgore resta nel limbo: come trapela dai corridoi strasburghesi, una decisione definitiva è rinviata a dopo la rielezione eventuale di Ursula von der Leyen a capo della Commissione europea. A margine dell'ultimo incontro dei patrioti Bardella ha promesso che ritornerà a parlare di Vannacci a tempo debito.

Dal canto suo il capo della delegazione francese, Jean-Paul Garraud, alla domanda se il generale restasse un problema per Rassemblement National, ha risposto in maniera non poco criptica che «non ci sono problemi, ci sono solo soluzioni». Quali? Si capirà solo nei prossimi giorni.

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