Guerra in Ucraina

L'Europa pronta a tagliare la crescita al 2,7%

La morsa dell'inflazione va al 6,1%, è incubo recessione. Occhi sulla Bce

L'Europa pronta a tagliare la crescita al 2,7%

L'onda d'urto della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina sull'Eurozona è forte e non risparmia nessuno, Italia compresa.

La Commissione europea si appresta domani a tagliare in modo drastico le stime di crescita per l'anno in corso, presentando per la prima volta dall'inizio della pandemia lo scenario di un'economia che si inchioda. E alimenta i timori sempre più concreti di una recessione. La contrazione sarà generalizzata e, secondo quanto appreso dall'Ansa, per l'Italia dovrebbe portare al taglio di oltre un punto e mezzo del Pil rispetto al 4,1% prospettato a febbraio.

Un dato in linea con quanto preannunciato nelle scorse settimane dal commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, che a più riprese aveva indicato come le prospettive di crescita del 4% per l'intera zona euro prefigurate a febbraio - soltanto pochi giorni prima che le truppe di Putin varcassero il confine ucraino - fossero ormai «fuori portata». Al punto che, stando ad alcune indiscrezioni diffuse da Bloomberg, la crescita per l'Eurozona si fermerà al 2,7% nel 2022, con un'inflazione media monstre del 6,1%, contro il 3,5% atteso a febbraio. Seppur ormai presagito, l'impatto del conflitto sull'economia, unito alla corsa dell'inflazione (al 7,5% nell'Eurozona ad aprile, quasi quattro volte oltre l'obiettivo del 2% della Banca centrale europea) e agli effetti sulle catene di approvvigionamento già sotto stress, mette a rischio gli sforzi compiuti dai governi europei in questi due anni per resistere alla crisi del Covid.

Con i Recovery Plan nazionali nel pieno della loro attuazione e livelli di debito inediti (sopra il 100% per Italia, Grecia, Francia, Spagna) per l'Europa si prefigura una fase difficile. Il trend, del resto, è quello messo in luce anche dal Fondo monetario internazionale (Fmi), che ad aprile aveva previsto un peggioramento per l'intera economia mondiale, con una crescita in calo al 3,6% nel 2022. E la scure che va a colpire pesantemente anche la locomotiva d'Europa, la Germania, che per bocca del suo stesso ministro delle Finanze, Christian Lindner, pochi giorni fa ha dovuto ammettere di trovarsi «probabilmente già all'inizio di una stagflazione». Ecco perché l'intervento della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, di martedì prossimo potrebbe essere decisivo.

Solo la scorsa settimana la numero uno dell'Eurotower aveva chiarito che una volta terminati gli acquisiti Pepp della Bce, cioè a fine giugno, si potrà discutere di rialzo di politica monetaria restrittiva.

Anche per questo le previsioni economiche aggiornate di Bruxelles anticipano, in modo puntuale, le nuove linee guida per dirottare una parte delle risorse dei Pnrr all'energia, che saranno presentate mercoledì 18 maggio insieme al maxi-piano RePowerEu. Per non cadere sotto i colpi della guerra del gas Bruxelles è pronta ad aprire a un aumento dei prestiti a disposizione dei governi più esposti allo shock energetico. E, il prossimo 23 maggio, darà anche indicazione ai governi di mantenere politiche fiscali agili e reattive per tutto il 2023. Quando il Patto di stabilità sarà ancora sospeso.

Sperando che basti per scampare alla recessione.

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