Guerra in Ucraina

L'ex campione di pallanuoto ucciso al fronte. La lunga Spoon River degli atleti ucraini

Obedinsky è stato il capitano della nazionale. I casi dei lottatori e della ginnasta

L'ex campione di pallanuoto ucciso al fronte. La lunga Spoon River degli atleti ucraini

Dal campo da gioco a quello di battaglia. Sono tanti gli sportivi ucraini che hanno deciso di difendere il proprio Paese dalla prima linea di combattimento, rinunciando alla possibilità di godere del loro status, magari all'estero, dove avrebbero potuto avere una vita ben più tranquilla. Perché spesso le storie di coraggio in guerra non hanno un lieto fine ma altro non fanno che aggiornare il tragico bollettino quotidiano delle vittime. L'ultimo atleta a cadere in Ucraina è l'ex capitano della nazionale di pallanuoto Yevhen Obedinsky, morto mentre combatteva per difendere la martoriata Mariupol dall'assedio. A riferirlo è stato il padre di Obedinsky secondo cui il ragazzo sarebbe morto lo scorso 17 marzo.

L'ex pallanotista è solo l'ultimo di una lunga lista di sportivi morti per difendere il proprio Paese. Ha scandalizzato il mondo l'uccisione di Kateryna Dyachenko, stella della ginnastica ucraina morta a soli 11 anni. Anche la ragazzina ha perso la vita sotto le bombe di Mariupol, diventata simbolo del martirio ucraino, dove viveva con la sua famiglia. Sempre tra la devastazione di Mariupol, ma questa volta in battaglia, sono morti anche Maksym Kagal, primo campione del mondo di kickboxing nella squadra nazionale ucraina, e Yegor Birkun, campione di arti marziali miste, celebrato come un eroe nazionale dalla sua federazione. Tra le vittime anche il vogatore Ivan Shchokin, e i calciatori Dmytro Martynenko, ex attaccante dell'Hostomel, e Vitalii Sapylo, giocatore del Karpaty di Leopoli.

Del resto se il sindaco di Kiev ed ex campione del mondo di pugilato Vitaly Klitschko assieme al fratello collega di ring, Volodymyr, hanno dato per primi l'esempio imbracciando le armi, in battaglia sono scesi atleti di ogni estrazione. Il pugile Vasyl Lomachenko è rientrato dalla Grecia dove si trovava proprio per combattere. Arruolati anche gli ex calciatori Oleg Luzhny, campione d'Inghilterra con l'Arsenal nel 2002, e Volodymyr Bezsonov (che oggi ha 63 anni), unito ai ranghi delle forze di difesa territoriale di Kiev. Anche il tennista Serhiy Stakhovsky è tornato in Ucraina, così come Yuriy Vernydub, allenatore dello Sheriff Tiraspol, società moldava diventata famosa per aver battuto il Real Madrid al Bernabeu nella fase a gironi della Champions League.

Nel nostro Paese sono tante invece le iniziative di solidarietà. Una trentina di giovani pallavoliste ucraine in fuga sono in arrivo a Milano dove saranno accolte dalla Federazione Italiana Pallavolo. Per alcuni mesi saranno ospitate con supporto sportivo, didattico e linguistico. Il portiere dell'Empoli Guglielmo Vicario ha accolto nella sua casa a Udine una donna il figlio di 8 anni mentre l'ex pugile Patrizio Oliva è in missione al confine tra Romania e Ucraina per dare aiuto ai profughi. «La mentalità degli sportivi è quella di aiutare», ha detto Oliva.

Sperando che presto il campo torni a essere quello di gioco e non quello di battaglia.

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