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La lezione delle divise alla sinistra che sta coi violenti

Sindacati di polizia e carabinieri insorgono dopo la mistificazione dei fatti de La Sapienza: "La polizia non ha impedito ad alcuni studenti di manifestare, ha consentito ad altri di svolgere la propria attività"

La lezione delle divise alla sinistra che sta coi violenti

L'autunno appena iniziato ha portato con sé una serie di problemi per la pubblica sicurezza. Se, infatti, da una parte ci sono gli italiani che manifestano contro i rincari, che stanno causando gravissimi problemi alle famiglie e, di conseguenza, minano la tenuta sociale del Paese, dall'altra si stanno muovendo le contestazioni contro Giorgia Meloni e contro il centrodestra.

Sono in particolare gli studenti a scendere in piazza in tal senso, fomentati dall'estrema sinistra che riesce spesso a infiltrarsi e ad alzare la tensione, mandando avanti i giovani impregnati di ideologia. Questo è accaduto a La Sapienza di Roma, dove i collettivi studenteschi hanno tentato di bloccare, cercando una irruzione, il convegno organizzato da Azione studentesca, regolarmente autorizzato, con ospite il giornalista Daniele Capezzone.

"Le tensioni che si sono verificate ieri all'università la Sapienza di Roma hanno indotto la polizia ad un'azione di alleggerimento su di una forte e veemente pressione esercitata sul cordone delle forze dell'ordine, prodromo di un assalto ad una manifestazione autorizzata, evitando in tal modo conseguenze ben più gravi", si legge in una nota di Enzo Letizia, segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia.

I dubbi dei sindacati

Da più parti si cerca di criminalizzare le forze dell'ordine per essere intervenute con una carica, necessaria per disperdere gli studenti. Ma ora dalla polizia chiedono il rispetto del proprio lavoro. "Guai a cadere nel frequente errore del ribaltamento dei fatti, pesantemente deleterio per tutti. Alla Sapienza ieri non è accaduto che la polizia abbia impedito ad alcuni studenti di manifestare, è accaduto che la polizia ha consentito che altri studenti potessero svolgere la propria attività programmata ed autorizzata dall'Università frenando atteggiamenti prepotenti mirati ad impedirla", ha spiegato Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato.

Mazzetti, quindi, aggiunge: "Troviamo singolare che si contesti agli operatori di aver arginato condotte irresponsabili e pericolose, con un 'tempismo' alquanto sospetto. L'orientamento politico del nuovo governo può trovare più o meno consenso, ma non sarà questo a far mutare l'operato delle forze dell'ordine, sempre e comunque al servizio delle Istituzioni democratiche".

La rabbia degli agenti

"Purtroppo in questo Paese ci sono troppe persone che pretendono di poter fare quel che vogliono, come tentare di impedire un convegno o un dibattito come accaduto oggi (ieri, ndr) a Roma dentro La Sapienza. La situazione delle piazze è calda e noi poliziotti non abbiamo alcuna intenzione di passare per scudo sociale e bersaglio umano", ha dichiarato Andrea Cecchini, segretario nazionale del sindacato di polizia Italia Celere.

E davanti alla mistificazione e al ribaltamento del racconto, il sindacalista aggiunge: "Quando abbinate le parole 'repressione e manganelli' alla polizia poi quelle parole si travisano in 'fascismo' per alcuni e 'servilismo' per altri. È dall'angolatura da cui si scatta un fermo-immagine che può cambiare la storia di una persona e di un Paese".

La solidarietà dei carabinieri alla polizia

Sulla questione è intervenuto anche Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, sindacato nazionale dell'Arma dei carabinieri: "La libertà di manifestazione non dev'essere confusa con l'ostruzionismo e il disordine pubblico, per questo esprimiamo solidarietà alle Forze dell'ordine intervenute ieri nelle proteste a La Sapienza".

Nicolosi ha quindi aggiunto: "I manifestanti hanno mostrato chiari segni di accanimento che avrebbero impedito l'evento organizzato in ateneo, per questo le forze dell'ordine hanno dovuto tutelarne lo svolgimento e garantire ai partecipanti in aula di assistere.

Non è facile per le forze dell'ordine contenere le proteste di ragazzi con evidenti toni aggressivi: non può e non deve passare il messaggio che la libertà di espressione leda il diritto altrui di ascoltare".

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