Da quando Giorgia Meloni è al potere i partiti del campo progressista hanno cercato di utilizzare le istituzioni europee per attaccare il governo finendo così per danneggiare l'Italia. L'ultima occasione in ordine di tempo è il tentativo di inviare due missioni di europarlamentari in Italia per monitorare il rispetto dello stato di diritto e della libertà di stampa. Che in Italia non ci sia nessun pericolo di involuzioni democratiche è evidente eppure la sinistra, spesso incapace di contrastare il governo su temi concreti a livello nazionale, usa questo argomento per fare opposizione tirando in ballo Bruxelles.
Questa volta però l'operazione non è riuscita perché il parlamento europeo non ha autorizzato le due missioni di eurodeputati in Italia della Commissione Libertà civili e della Commissione Occupazione e Affari sociali. Il monitoraggio si sarebbe dovuto svolgere dal 10 al 12 giugno 2026 tra Roma e Venezia con otto componenti della Commissione Libe per verificare la: "situazione dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Italia, compresi l'indipendenza della magistratura, la lotta alla corruzione, la libertà dei media e la lotta alla discriminazione" con anche una visita alla Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa.
La decisione di non autorizzazione è stata presa nella Conferenza dei presidenti con un voto che ha una doppia valenza sia nel merito sia politica poiché il Ppe ha votato insieme alle altre forze di destra replicando uno schema già rodato nell'attuale legislatura su altri dossier come il Green.
Vedere al tempo stesso sfumare la possibilità di utilizzare le istituzioni europee per attaccare il governo e la destra votare in modo compatto ha generato la reazione rabbiosa delle sinistre italiane con la complicità dei loro colleghi stranieri. Secondo la senatrice del Movimento Cinquestelle Barbara Floridia "è gravissimo quello che è accaduto a Bruxelles. Proprio mentre nel nostro Paese si discute delle querele contro i giornalisti, delle pressioni politiche e dell'attentato contro Sigfrido Ranucci".
Rincara la dose l'europarlamentare del Partito Democratico Alessandro Zan per cui "in Italia, a causa del governo Meloni, esistono evidenti problemi di stato di diritto e di rispetto dei diritti fondamentali. Le destre stanno cercando di insabbiare il nostro lavoro, e il Ppe si è alleato con l'estrema destra".
In realtà, come spiega il copresidente dell'Ecr Nicola Procaccini: "la Conferenza dei capigruppo dell'Eurocamera ha dimostrato che oggi per le sinistre non è più facile come un tempo utilizzare le missioni parlamentari all'estero per fini politici". Secondo Procaccini la decisione di non autorizzare le missioni in Italia testimonia "l'uso strumentale e politico" fatto dalle sinistre delle missioni sullo stato di diritto sino ad oggi spiegando che "ora che le maggioranze sono cambiate la questione gli si è ribaltata contro".
Anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi sostiene sia grave "che qualcuno al Parlamento europeo abbia proposto una missione in Italia per verificare lo Stato di diritto, la libertà di stampa e la giustizia, peraltro a ridosso di un referendum".
"Quello di screditare l'Italia all'estero - aggiunge - è un antico vizio della sinistra, che pur di attaccare il governo non esita a danneggiare il nostro Paese: il Partito popolare europeo ha fatto benissimo ad opporsi".