L'Italia si attacca alla canna del gas. Incubo stangata da 1.480 euro per le famiglie

Aumentare la produzione di gas, come previsto dal Pitesai approvato di recente dal ministero della Transizione ecologica, e migliorare il sistema di stoccaggio ma anche dare maggior impulso alle rinnovabili

L'Italia si attacca alla canna del gas. Incubo stangata da 1.480 euro per le famiglie

Aumentare la produzione di gas, come previsto dal Pitesai (piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) approvato di recente dal ministero della Transizione ecologica, e migliorare il sistema di stoccaggio ma anche dare maggior impulso alle rinnovabili con un pacchetto di semplificazioni, facilitando uffici e scuole a dotarsi di pannelli solari. Nel decreto Bollette che dovrebbe essere approvato questa settimana dal Consiglio dei ministri, oltre ai 5-7 miliardi da stanziare per calmierare le tariffe, è prevista un'ulteriore spinta all'«autarchia» degli approvvigionamenti. Ma potrà essere efficace nel medio periodo lo sblocco delle estrazioni di gas? Ne dubita il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli. «Ci vorranno anni, se non decenni, per produrre più gas in Italia: ce lo dimostra l'esperienza degli ultimi 20-30 anni. Anche se tecnicamente un raddoppio della produzione da 3 a 6 miliardi di metri cubi sarebbe possibile in un anno», ha dichiarato sottolineando che nel 2021 la produzione nazionale di gas ha raggiunto il minimo storico dal 1954 a quota 3 miliardi di metri cubi.

L'idea del governo è imitare l'esempio francese stoccando il gas estratto in Italia a favore delle imprese utilizzatrici in modo da garantire loro un prezzo competitivo. Il problema è che tra l'ideazione di questo progetto e la sua realizzazione si frappone il caro-bollette che sta rendendo drammatica la situazione. Secondo un report di Assoutenti sulla base dei dati Istat di gennaio, gli aumenti dei prezzi dell'energia stanno già devastando i bilanci di famiglie e imprese. Se i costi fossero interamente scaricati sui consumatori finali attraverso i prezzi al dettaglio, si potrebbe determinare una maxi-stangata da 38,5 miliardi di euro sulle tasche delle famiglie. Tra i prodotti alimentari di largo consumo, ad esempio, il pane ha subito a gennaio un incremento del +3,9% rispetto allo scorso anno, che per la famiglia «tipo» equivale ad un maggior esborso da 35,8 euro annui. Il prezzo della pasta è salito in media del +10%, mentre la verdura costa addirittura il 13,5% in più (circa 60 euro in più a famiglia), ma ad aumentare sono anche i prezzi di acqua minerale (+3%), gelati (+4%) e succhi di frutta (+4,8%). Escludendo i costi di riscaldamento ed elettricità, anche le altre voci che interessano la casa subiscono rialzi: i mobili costano il 4% in più, gli apparecchi domestici il 5,1% in più, mentre quelli per il riscaldamento e i condizionatori d'aria volano al +16,2%. Dall'elenco dei rincari non si salvano nemmeno piante e fiori (+4,5%). Un vero salasso, poi, andare in villeggiatura: i pacchetti vacanza nazionali rincarano del 16%, gli alberghi dell'11,6%, mentre le tariffe dei traghetti sono cresciute dell'8,6 per cento. «Con l'attuale livello dei prezzi ogni singola famiglia, a parità di consumi annui, deve mettere in conto una maggiore spesa di circa 1.480 euro», ha evidenziato il presidente di Assoutenti Furio Truzzi.

Ecco perché Confcommercio ritiene fondamentale intervenire a salvaguardia dei consumi condividendo le sollecitazioni del ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, a lenire l'impatto del caro energia non solo sull'industria energivora classica, ma anche sul terziario di mercato. «Occorre agire - ha sottolineato il presidente Carlo Sangalli - anche sul versante della fiscalità energetica. Per le imprese del terziario, va almeno ridotta dal 22% al 10% l'aliquota Iva applicata per le bollette elettriche, allineandola così con quella già prevista per gli altri settori produttivi e per le famiglie.

Inoltre, va ridotto il peso di accise ed Iva sui carburanti». Per commercio e turismo si stima un'impennata della bolletta elettrica da 7,4 miliardi di euro nel 2021 a 13,9 miliardi di euro nel 2022, mentre la bolletta del gas dovrebbe lievitare da 3,9 miliardi a 6 miliardi.

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