F ederica Mogherini, neo nominata Alto rappresentante Ue, si ricorderà dei marò? O farà il pesce in barile come la baronessa Ashton, che l'ha preceduta sullo scranno più alto della politica estera europea. E come tratterà dossier delicati che ci riguardano da vicino a cominciare dal rapporto con la Russia, il caos in Libia, fino agli interventi in Africa per arginare il flusso di immigrati e la «bomba» del Califfato?
L'Italia si è giocata un jolly impegnando tutto il suo traballante peso politico a livello europeo, per la nomina di Mogherini. Adesso la nuova star internazionale del Pd accusata, giustamente, di poca esperienza deve dimostrare di saperci fare. Altrimenti rischiamo la solita figura meschina dell'Italietta degli annunci con ben pochi risultati concreti.
Ci rendiamo conto che con il mondo in ebollizione a diverse latitudini, il caso marò può sembrare un dettaglio, ma sta a cuore a tanti italiani. I protagonisti, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono ancora in India dal febbraio 2012 «colpevoli» di aver fatto il loro dovere in servizio anti pirateria per lo stato italiano e accusati dall'India di aver ucciso due pescatori.
Lady Ashton, che all'inizio aveva scambiato i marò per contractor ha sempre considerato la vicenda una fastidiosa grana senza combinare niente. L'Europa, adesso, è rappresentata da un'italiana, che dovrebbe alzare la bandiera dei marò ricordando ai nostri partner, che oggi è toccato a noi e domani potrebbe succedere ai loro marines. Gli strumenti per trattare con Narendra Modi, il nuovo premier indiano ultra nazionalista, ma pragmatico, non mancano a cominciare dal lungo negoziato sul trattato di libero scambio fra Unione europea ed India che continua a languire.
Mogherini rischiava di venir silurata perché l'Italia è considerata filo russa. La crisi ucraina ha scatenato una guerra senza quartiere nel cuore dell'Europa. Tutti e due i contendenti stanno combinando porcherie, ma i civili in fuga e quelli ammazzati dall'esercito ucraino nel Donbass sembrano vittime di serie B, rispetto ai morti palestinesi di Gaza ricordati con parole accorate dall'allora ministro degli Esteri Mogherini.
Per non parlare del «suicidio» economico dell'Europa e dell'Italia scatenato dalle sanzioni contro Mosca. Non solo ci siamo dati la mazza sui piedi mettendo in ginocchio il settore agroalimentare italiano per la rappresaglia russa, ma questo inverno rischiamo l'emergenza energetica se Vladimir Putin decide di chiuderci il rubinetto del gas.
Mogherini non è solo rappresentante della politica estera Ue, ma pure di quella sulla sicurezza e sa bene che sull'altra sponda del Mediterraneo la Libia è nel caos. A Bengasi sventola la bandiera nera del Califfato, gli islamisti hanno preso Tripoli ed il paese sta diventando una seconda Somalia. Si parla di intervento militare e assieme alle truppe africane potrebbe scendere in campo la forza di reazione rapida della Ue di 4500 uomini creata nel 2007, ma fino ad ora mai utilizzata. Decisioni da far tremare i polsi forse troppo fragili della nuova Lady italiana di Bruxelles.
Il caos libico alimenta l'invasione con i barconi verso l'Italia. Tutti concordano che bisogna arginare il biblico flusso di migranti a monte garantendo pace e sviluppo nei paesi di origine. Il 15 luglio la Commissione uscente ha annunciato lo stanziamento di 750 milioni di euro per la pace e sicurezza in Africa. L'Alto rappresentante sarà in grado di far sfruttare questi soldi puntando alle condizioni che diminuiscano i flussi migratori?
Mogherini da responsabile della Farnesina ha denunciato che la minaccia del Califfato riguarda sia l'Italia, che l'Europa. Bruxelles può mobilitarsi per aiutare le minoranze religiose, a cominciare dai 150mila cristiani profughi in Kurdistan, non solo a parole o con una manciata di aiuti. Ci vorrebbe un «SOS cristiani» dividendoli come rifugiati nei paesi dell'Unione. Oppure ricacciare indietro militarmente lo Stato islamico per far tornare i cristiani nelle loro case.
Adesso spetta a Lady Italia in Europa, fra feluca ed elmetto, dimostrarsi all'altezza di queste sfide.
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