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Lite Roma-Berlino sui soldi Ong. Crosetto: "Gravi i finanziamenti"

La Germania: "Salvare un dovere". Respingimenti, Tajani in Francia

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Il casus belli è l'erogazione di un finanziamento da 790mila euro alla Ong Humanity1 da parte del governo tedesco. Una decisione, quella del parlamento di Berlino, che arriva nei giorni drammatici del caos sbarchi, con gli occhi del mondo puntati sullo stato di emergenza di Lampedusa. Il gesto, insomma, anche alla luce della coincidenza temporale, assume i contorni del paradosso visto che non è accompagnato da un analogo e conseguente impegno a una maggiore accoglienza di quote di migranti o da un appello a favore di un maggiore sostegno dell'Unione Europea all'Italia, lasciata, come sempre, a gestire in splendida solitudine la drammatica situazione.

L'ira del governo italiano questa volta non è ammantata da perifrasi o da toni particolarmente diplomatici. Guido Crosetto, intervistato da La Stampa, definisce «molto grave» l'atteggiamento di Berlino, che «finge di non accorgersi che, così facendo, mette in difficoltà un Paese che in teoria sarebbe 'amico'». «Di fronte alla nostra richiesta d'aiuto, questa è la loro risposta? Noi non ci siamo comportati allo stesso modo quando Angela Merkel convinse l'Ue a investire in Turchia miliardi di euro per bloccare i migranti che arrivavano in Germania dal Medio Oriente» continua Crosetto. Per il ministro non c'è un «disegno europeo» contro il governo italiano: «È l'approccio ideologico di una certa sinistra, che non tiene conto delle conseguenze delle loro teorie sui popoli».

A Crosetto replica un portavoce del ministro degli Esteri tedesco, sostenendo il «dovere di salvataggio» e aggiungendo che l'obiettivo di Berlino «è quello di promuovere sia il salvataggio civile in mare che progetti a terra per le persone soccorse in mare in difficoltà», ma Antonio Tajani è pronto a volare nel Paese tedesco per chiarire la questione. E lo stesso Crosetto, parlando con l'Agenzia Italia, nel pomeriggio controreplica: «Anche l'Italia salva, e ha salvato, migliaia di persone, anche senza l'aiuto delle Ong» dice il ministro della Difesa, «far finta che le migrazioni si affrontino solo finanziando le Ong e non stando accanto alle nazioni amiche è un modo poco congruo» di affrontare il problema.

Se il ministro della Difesa non nasconde il proprio disappunto, ugualmente affilate e battagliere sono le parole del ministro degli Esteri. «Il governo italiano sta dalla parte dell'Europa sulla questione dei migranti, ma questo non significa essere muti o acquiescenti» dice Antonio Tajani, intervenendo a «In mezz'ora» su Rai Tre. «Domani sarò a Parigi e dirò alla mia collega Catherine Colonna che a Ventimiglia la Francia sbaglia». «Giovedì invece incontrerò la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, e cercherò di capire perché la Germania ha deciso di finanziare organizzazioni non governative (Ong) in Italia. Berlino vuole che i migranti arrivino tutti in Italia e poi non vadano in Germania? É un po' strano quest'atteggiamento». Tajani ragiona anche su una strategia complessiva e rilancia la necessità di innescare sviluppo in Africa, con una grande azione congiunta. «La questione migratoria si risolve con una strategia a lungo termine di tipo globale, che punti su investimenti sul continente africano» dichiara. «Qualcosa di più ampio del piano Mattei, che è la parte italiana ma non è sufficiente: serve avere più Italia in Africa, ma serve un'azione europea, e una maggiore attenzione da parte degli Stati Uniti e di organizzazioni come le Nazioni Unite.

Chiederemo di avere delle aziende miste africane e italiane per l'estrazione di materie prime per trasformarle in Africa con personale africano».

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