Litigi, gelosie e protagonismi. Greta Thunberg lascia il direttivo. "Si parla più di noi che di Gaza"

Aumenta la tensione tra gli attivisti sulle navi. Scontri sulla comunicazione del presunto attacco dei droni: "Troppo sensazionalismo"

Litigi, gelosie e protagonismi. Greta Thunberg lascia il direttivo. "Si parla più di noi che di Gaza"
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Greta Thunberg abdica. Lascia il direttivo della Flotilla e si trasferisce dalla nave Family alla nave Alma. Da comandante a semplice marinaio. "Si parla più della flottiglia che del genocidio in Palestina" dice lei. Che annuncia il suo passo indietro per non "rubare la scena" al tema principale della missione. Un bagno di umiltà? Così cerca di venderlo la "paladina dei giusti", avvistata sulla banchina con la sua valigia per traslocare da un'imbarcazione all'altra.

In realtà sembra che la decisione nasca da una difficile convivenza a bordo di ego troppo ingombranti "e divergenze legate a una comunicazione troppo incentrata sulle vicende interne della flottiglia" scrive l'inviato del Manifesto ospite sulla nave. "Tutti abbiamo un ruolo - spiega Thunberg - il mio non sarà nel comitato direttivo, ma come organizzatrice e partecipante". La verità? Il suo stile sensazionalista, lo stesso usato durante tutte le sue manifestazioni pro clima, sembra non sia stato gradito da tutto l'equipaggio. E la sua "copertura allarmista" del presunto attacco dei droni pare sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Troppo protagonismo, troppa smania di gloria e vittimismo.

"I focus devono essere Gaza e il genocidio. La flotilla è uno strumento, fallibile, che può avere problemi operativi e logistici, anche per il solo fatto che a bordo ci sono attivisti e persone che sono salite in maniera volontaria. Questi incidenti di contorno, come la questione di Greta, noi li avevamo presi in considerazione, ma pensiamo che il focus debba rimanere sulla missione" commenta il presidente dell'Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche in Italia) Yassine Lafram.

Lafram è imbarcato sulla nave Karma, con gli europarlamentari

Annalisa Corrado e Arturo Scotto. Anche loro si trovano a Porto Palo, nell'attesa che arrivino le altre barche dalla Tunisia. A breve la flotta dovrebbe lanciarsi in acque internazionali verso l'obiettivo di tutta la missione.

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