Guerra in Ucraina

L'Occidente rompe gli indugi: elicotteri e caccia all'Ucraina. E Mosca testa il super missile

Ai primi di marzo erano un tabù. Oggi sono realtà. A confermare l'arrivo di una prima fornitura di aerei da combattimento in Ucraina è stato il portavoce del Pentagono John Kirby

L'Occidente rompe gli indugi: elicotteri e caccia all'Ucraina. E Mosca testa il super missile

Ai primi di marzo erano un tabù. Oggi sono realtà. A confermare l'arrivo di una prima fornitura di aerei da combattimento in Ucraina è stato il portavoce del Pentagono John Kirby facendo notare durante una conferenza stampa che l'Ucraina dispone ora «di più caccia operativi rispetto a due settimane fa». Un'affermazione subito confermata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky che però ha sottolineato di non poter dire «quanti aerei riceveremo». Dietro la doppia conferma si nasconde un bel mistero. Anche perché, fin qui, resta sconosciuto il Paese fornitore. Kirby si è limitato a spiegare che gli aerei arrivati in Ucraina sono di fabbricazione russa e che gli Usa hanno «facilitato» solo l'invio di pezzi di ricambio in territorio ucraino. «Altre nazioni che hanno esperienza con questi aeromobili - ha detto - sono state in grado di aiutarli a mettere in servizio più velivoli».

Gli indiziati, comunque, si contano sulle dita di una mano. Fornire dei caccia immediatamente utilizzabili a un'aviazione ucraina addestrata soltanto all'utilizzo dei Mig russi significa andare a pescare negli hangar dei Paesi dell'Europa orientale. Fra questi il maggior indiziato è la Polonia. E non solo perché è fra i più spregiudicati sostenitori di Kiev. Già ai primi di marzo Varsavia si era fatta avanti proponendo un lucroso scambio garantito dagli Usa. In cambio della cessione a Kiev dei suoi vetusti Mig 29 Varsavia avrebbe ricevuto una fornitura di assai più efficienti F16 americani. L'assai vantaggiosa proposta si arenò, allora, sulle incertezze della Casa Bianca. Il Presidente Joe Biden temeva, infatti, di provocare un intervento della Russia contro la Polonia capace di far scattare quell'articolo 5 della Nato che prevede l'obbligo della difesa comune. Ora quei timori potrebbero esser stati spazzati via dalla convinzione che solo la disponibilità di un'autentica ed efficiente forza aerea garantirà a Kiev la possibilità di arginare quell'offensiva russa nel Donbass su cui conta il Cremlino per chiudere la guerra e cantar vittoria.

Del resto i primi a rompere il tabù della fornitura di mezzi aerei all'Ucraina sono stati gli americani. Il pacchetto di armamenti da 800 milioni di dollari firmato la scorsa settimana da Joe Biden - pronto a venir replicato questa settimana con uno equivalente - comprende anche 11 elicotteri Mi 17. Si tratta, anche in questo caso, di velivoli di progettazione sovietica acquisiti dal Pentagono, prima della caduta di Kabul in mani talebane, per garantire le forniture agli alleati afghani. Ora quegli stessi elicotteri, allestiti nella versione da combattimento, verranno consegnati agli ucraini. E come se non bastasse il Pentagono fa sapere che in un paese terzo è iniziato l'addestramento degli ucraini all'utilizzo dei nuovi obici di fabbricazione statunitense in partenza per Kiev. Ma aerei, cannoni ed elicotteri rischiano d'innescare una pesante reazione russa. Dopo la nota diplomatica della scorsa settimana in cui definiva «delicata» e «gravida di conseguenze» la decisione d'inviare nuove armi in Ucraina Mosca è tornata ieri sull'argomento ricordando che gli elicotteri Mi 17 potrebbero venir usati per colpire il suo territorio. E ora, secondo molti analisti, si preparerebbe a colpire i convogli di armi in partenza dall'Est europeo.

Intanto, anche per far capire di non scherzare, Mosca ha annunciato ieri la sperimentazione del Sarmat, una testata balistica intercontinentale, capace di «penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura».

Il nuovo missile - ha spiegato Vladimir Putin - rappresenta una garanzia «contro le attuali minacce» e «farà riflettere chi minaccia la Russia».

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