L'odio cieco dei giudici. Deliri sull'occupazione

Parlare di "occupazione" di Israele a Gaza contiene una serie di inesattezze storiche

L'odio cieco dei giudici. Deliri sull'occupazione
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Che piacevole brivido, il consenso sul luogo comune dell'«occupazione». Il più saldo e condiviso pregiudizio: Israele è un occupante illegale ha detto la Corte internazionale di giustizia che batte così sulla bollente incudine dell'antisemitismo. Già un paio di mesi fa decise che Israele ha caratteristiche genocide, ora presenta al mondo una sentenza che Hamas e Anp hanno definito una storica svolta.

«Occupazione»: basta dirlo e sei un difensore degli oppressi e sei per il diritto all'autodeterminazione. Quella di Hamas. Non importa se non sai la storia: Antonio Guterres dopo la giornata di sterminio del 7 ottobre, allungò l'occupazione e «la sofferenza palestinese» a 75 anni fa, cioè alla nascita sancita dall'Onu dello Stato ebraico. E allora perché non al 1917, al 1920, Balfour, San Remo, ai tanti documenti con cui la comunità internazionale ha certificato l'ovvia appartenenza di Israele alla loro terra. Ma questo è negato da chi appiccica su Israele etichette: colonialismo, suprematismo bianco, imperialismo, apartheid. Tutto è «occupazione», non importa se gli ebrei stanno là dai tempi del re David.

ll solito giudice della Cig Nawas Salam, ex ambasciatore libanese all'Onu che già aveva dichiarato Israele Paese di apartheid, è così equidistante da non vergognarsi di giudicare un Paese con cui il suo è in guerra (ieri 45 missili sulla Galilea). Nel 1967 Israele fu costretto per motivi di autodifesa a entrare nell'area amministrata dalla Giordania, mai stata territorio palestinese. Se si dovesse ricostruire i motivi di autodeterminazione, Israele avrebbe ottime carte: l'area ha legami storici molto solidi con la storia ebraica, dall'impero romano in avanti gli ebrei mai se ne sono andati. Anche dopo la caduta di Masada gli ebrei rimasero maggioranza per 600 anni.

Anche col '67 non appare una risoluzione che dichiari che i territori sono «occupati» o appartengono ai palestinesi, solo un accordo fra le parti avrebbe portato a una soluzione. Quanto a coltivare la terra e a costruire case, le limitazioni stabilite dagli accordi di Oslo rispettano la legge internazionale: si può farlo in territori non privati. Israele dopo Oslo ha sgombrato le sue forze civili e militari: l'Autorità Palestinese è una vera autonomia e nel 2005 Gaza è stata sgombrata del tutto.

Il risultato? Missili da Gaza e attentati. L'intenzione palestinese non è mai stata quella di costruire uno Stato accanto a Israele come da accordi, ma di eliminare Israele. Così come la Cig non mira alla pace, ma favorisce Hamas e Anp.

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