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L'ombra del riciclaggio sulle ricariche di Amazon

Il report di Fiscal Focus: "Possibile usare contanti in anonimato". La società: se abusi, interverremo

L'ombra del riciclaggio sulle ricariche di Amazon

È possibile riciclare consistenti quantità di denaro senza essere identificati, semplicemente andando dal tabaccaio? Aggirando alla luce del sole la legge che regola i limiti di spendibilità del contante previsti dall'articolo 49 comma 1 del decreto legislativo 231 del 2007? La risposta è sì, e di mezzo c'è Amazon - del tutto estranea e anzi pronta a collaborare con le autorità - la più grande piattaforma di ecommerce al mondo. La criticità è già stata segnalata alla Guardia di Finanza, secondo quanto può rivelare Il Giornale, e riguarda l'uso dei buoni regalo della tipologia Amazon Ricarica in cassa per fare acquisti su un mercato illecito, persino nel cosiddetto deep web, attraverso un meccanismo che consente riciclaggio e autoriciclaggio di soldi provenienti da attività criminali, per compiere frodi nelle fatturazioni, financo finanziamento del terrorismo e persino usura, con un sistema molto più sicuro e meno tracciabile del pagamento in crypto-monete.

A scoprire il sistema sono stati gli analisti del Centro studi Fiscal Focus e dell'osservatorio Italia antiriciclaggio per l'arte che sono partiti da alcune chat di Telegram in cui si vendono armi e droga utilizzando questo sistema. «Le caratteristiche - spiegano gli autori dello studio Antonio Gigliotti (Direttore centro studi Fiscal Focus), Robert Lingard (Esperto in analisi e comunicazione delle politiche pubbliche) e Giuseppe Miceli (presidente dell'osservatorio Italia antiriciclaggio per l'arte) - sono tali da non consentire agli operatori che effettuano le ricariche di individuare e riconoscere gli artefici dello schema».

Come funziona il sistema? Ci sono una serie di soggetti che versano una serie di somme in contanti su uno o più wallet o (portafogli virtuali) collegati a uno o più account tramite i quali è possibile effettuare acquisti di beni e servizi sul market place di Amazon.

I versamenti in contanti su un codice a barre che identifica il wallet, compresi tra 5 euro e 500 euro, sarebbero perfettamente configurabili come «operazioni frazionate», vale a dire versamenti di piccole somme sotto la soglia di guardia, compiute davanti a un soggetto come il tabaccaio che, a differenza di quello che avviene per i money transfer o le ricariche Postepay (dove è richiesta l'identità del beneficiario e di chi versa, se le due persone non coincidono, attraverso il codice fiscale di entrambi), non ha il dovere di identificare né chi versa i soldi né chi li incassa. Il credito accumulato sotto forma di buoni acquisto sull'account Amazon Ricarica in cassa vengono successivamente convertiti in denaro, a quel punto ripulito. Come? O rivendendo a terzi i beni precedentemente acquistati oppure cedendo a terzi quei titoli di credito «al portatore» in cambio di denaro contante, magari vendendoli a un valore inferiore a quello nominale (analogamente a quanto accade già con gli scontrini vincenti del Superenalotto, scommesse o biglietti Gratta e vinci) o in teoria esercitando il «diritto di reso», restituendo il bene e ottenendo lo storno direttamente su carta di credito.

Facciamo un esempio. Tizio è titolare di uno o più account Amazon (basta un cellulare, molte sim sono intestate a prestanome, in genere extracomunitari) e di un wallet Amazon Ricarica in cassa. Su questo wallet un numero N di soggetti effettua ricariche versando cash i soldi. Tizio potrebbe illecitamente vendere armi o droga, potrebbe vendere beni senza rilasciare alcun documento fiscale di vendita (omessa fatturazione), riciclando denaro sporco, potrebbe incassare a rate un possibile prestito d'usura o finanziare a sua volta organizzazioni dedite a terrorismo o altre finalità criminali. Il denaro sporco viene reimmesso nel circuito legale senza lasciare alcuna traccia. È possibile ipotizzare anche una compravendita simulata, mantenendo la disponibilità dei beni da sé stesso acquistati (con un giro di fatture false) che poi potranno essere destinati al mercato nero, generando ulteriori proventi di denaro sporco.

«I dati richiesti per l'apertura di un account Amazon - si legge nel report del Centro studi Fiscal Focus e dell'osservatorio Italia antiriciclaggio per l'arte - non sono verificati né verificabili, tant'è che si possono declinare generalità di fantasia. Unico dato verificabile è il numero di telefono dell'utente che si registra. Tuttavia, come noto, in molti Paesi (per esempio nel Regno Unito) è possibile acquistare una Sim telefonica senza dover declinare né dati né documenti di identità. Pertanto, così come rimane sconosciuta e ignota l'identità del debitore che paga ed effettua la ricarica, così resta ignoto e anonimo il creditore sul cui conto Amazon confluirà il valore della ricarica». Della criticità di questo sistema si sono accorti diversi tabaccai, che contattati dal Giornale hanno ammesso di aver deciso di rinunciare alla tipologia di servizio per non dover rispondere dei reati ipotizzati. L'articolo 35 del decreto legislativo 231/2007 prevede infatti l'obbligatorietà della Sos (segnalazione per operazioni sospette) quando i cosiddetti «soggetti obbligati» sanno, sospettano o hanno motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Ma il presupposto logico della Sos prevede la cosiddetta «adeguata verifica» dell'identità della clientela, che in questo caso non è obbligatoria. Chiunque oggi può recarsi anonimamente presso una ricevitoria autorizzata in «migliaia tra bar, edicole e tabacchi in tutta Italia», scrive Amazon, e chiedere di ottenere un coupon fino a 500 euro, a fronte del versamento in contanti del controvalore richiesto. Ottenuto il buono di ricarica, gli sarà sufficiente comunicare al suo creditore il codice seriale sovraimpresso per poter perfezionare il trasferimento del denaro.

«Segnaliamo ogni sospetta attività illecita alle autorità competenti in conformità con il Regolamento Ue», dice l'ufficio legale Amazon, che esclude la possibilità che questo strumento si presti a fini illeciti. «Abbiamo adottato misure preventive e intraprendiamo azioni contro chi agisce in malafede tentando di abusare del nostro brand per ingannare clienti ignari. Le nostre pagine pubbliche delineano chiaramente i termini e le condizioni dei nostri servizi e tutte le attività vietate. Disponiamo di politiche, monitoriamo le attività sospette e collaboriamo con le forze dell'ordine e le associazioni dei consumatori per indagare e agire contro i malintenzionati», è la replica della società contattata dal Giornale.

Eppure questa tipologia di pagamento anonimo e in contanti è chiaramente previsto dalla società di ecommerce: «Se non disponi di una carta di credito o preferisci pagare i tuoi acquisti in contanti si legge sul sito ufficiale di Amazon.it puoi acquistare un codice per ricaricare il tuo account Amazon.it presso i punti vendita dei partecipanti», senza pagare un centesimo di Iva. È anche possibile effettuare uno o più versamenti di ricarica e ottenere il Pin attraverso il quale agganciare il credito caricato a un account Amazon (in pratica la ricarica funge da credito all'ordine). Il versamento di ricarica può essere disposto da chiunque (non necessariamente dal titolare dell'account Amazon) così come il saldo Amazon può essere utilizzato da chiunque sia in possesso delle credenziali di accesso, al punto da poter acquistare milioni di prodotti fisici e contenuti digitali.

La tesi che Amazon agevoli comportamenti criminali trova la società «in profondo disaccordo». «In caso di segnalazioni di illeciti - dice ancora l'ufficio legale - indaghiamo e prendiamo provvedimenti e siamo sempre disponibili a collaborare con le autorità competenti per identificare e perseguire i malintenzionati». Stesso discorso vale quando si ipotizza la possibilità di usare questo wallet per il trasferimento di denaro tra privati. «Esistono specifiche restrizioni che si applicano in relazione all'utilizzo dei Buoni regalo su Amazon.it, con lo scopo di prevenire e vietare attività illecite. Queste restrizioni includono il divieto di vendere o scambiare un Buono Regalo con contanti o altro pagamento prepagato; offrire o ricevere un Buono Regalo come pagamento per beni o servizi non di Amazon. Secondo la società di ecommerce «richiedere Buoni Regalo di Amazon.it o di terze parti come metodo di pagamento per beni o servizi potrebbe essere considerato una truffa così come trasferire un buono regalo a un altro account dopo che il codice per il riscatto è stato utilizzato; utilizzare un Buono Regalo su un account se non ne sei il destinatario; utilizzare un Buono Regalo per qualsiasi scopo illecito o non autorizzato». Amazon si è anche impegnata, in caso di «attività proibite o un utilizzo di un Buono Regalo Amazon.it in violazione delle nostre Condizioni di Utilizzo dei Buoni Regalo», a intraprendere «azioni, tra cui, impedire di richiedere o riscattare Buoni Regalo, revocare il saldo del Buono Regalo Amazon.it o chiudere l'account del cliente».

I criminali sono avvisati.

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