
Passa con una maggioranza risicata, la proposta di legge sulla morte assistita. Soltanto 23 voti in più, hanno consentito alla Camera dei Comuni di licenziare il documento. Si dovrà ora attendere il passaggio alla Camera dei Lord che però non dovrebbe bloccare l'iter giuridico. Un voto di portata storica e un profondo segno del cambiamento di cui il governo laburista si fa interprete, ma anche una decisione che arriva dopo mesi di polemiche e cambi di rotta e che ha tormentato le coscienze di molti parlamentari sia di maggioranza che di opposizione.
Fin dall'inizio su questa delicata questione l'esecutivo ha lasciato libertà di voto, tanto che sono stati molti i deputati della maggioranza a esprimersi contro il progetto, presentato da Kim Leadbeater, così come altri membri Conservatori, LiberalDemocratici e Verdi hanno invece deciso di appoggiarlo. Va detto che la proposta passata con 314 voti contro 291 non è la stessa iniziale, tanti sono stati gli emendamenti anche fondamentali con cui è approdata al voto finale del Parlamento.
I malati terminali in Inghilterra e Galles a cui verranno diagnosticati meno di sei mesi di vita avranno il diritto di scegliere il suicidio assistito. La procedura verrà però approvata non dai giudici, com'era previsto nella prima stesura, ma da un gruppo composto da medici, specialisti, come psichiatri e assistenti sociali, e da un legale esperto. Ieri mattina, prima ancora che alla Camera si aprisse il dibattito finale, davanti a Westminster si erano radunate le due fazioni pro e contro. Moltissima la commozione tra i primi alla notizia dell'approvazione, rimasta in forse fino all'ultimo momento. Salutata tra abbracci e lacrime, come "un giorno dove i fatti hanno prevalso sulla paura". Ma eguale emotività e preoccupazione si notava tra gli attivisti contrari alla legge, soprattutto tra quelli che temono che lo Stato riduca i finanziamenti destinati alle cure palliative già ora in prevalenza sulle spalle delle organizzazioni benefiche.
"È il momento di correggere le profonde ingiustizie dello status quo e di offrire una scelta sicura e compassionevole ai malati terminali che vogliono intraprendere questa strada" ha dichiarato la promotrice della legge che da sempre ha l'appoggio del Premier Starmer che ha votato a favore. Di sentimento opposto l'ex ministro degli Esteri conservatore, Cleverly: "Sono ateo, ma voterò contro perché questa legge non offre le dovute garanzie" ha detto. Garanzie che riguarderanno soprattutto il rischio di pressioni, intenzionali e non, nei confronti dei malati affinché scelgano il suicidio piuttosto che una fine naturale.
La legge non sarà operativa prima del 2027 anche perché il servizio sanitario dev'essere preparato a offrire strutture adeguate per i futuri richiedenti. Adesso non è attrezzato, come già aveva fatto notare mesi fa il ministro della sanità Wees Streeting che proprio per questo ha votato contro.