L'opposizione malata di "referendite". Dopo l'autonomia, firme per lo ius soli

L'annuncio di Magi (+Europa), che ha già contattato la Schlein. E la Cgil vuole la consultazione sul Jobs Act

L'opposizione malata di "referendite". Dopo l'autonomia, firme per lo ius soli
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Un referendum tira l'altro, come le ciliegie.

E così, mentre i promotori annunciano trionfalmente di aver ampiamente sfondato il muro delle 500mila sottoscrizioni sul quesito che chiede l'abrogazione della legge Calderoli sull'autonomia; e mentre la Cgil ha già depositato le firme necessarie al referendum anti-Jobs Act, che serve a Maurizio Landini per piantare la propria bandierina da potenziale leader politico, spunta l'ipotesi di un'altra iniziativa.

A farsene promotore è il segretario di +Europa Riccardo Magi, che annuncia di aver già avviato i contatti con i colleghi leader del «Campo Largo». Il tema, questa volta, è il cosiddetto Ius Soli: «Siamo al lavoro su un quesito referendario per abrogare alcune parti della legge del 1992 sulla cittadinanza. Non solo una norma vecchia di trent'anni e anacronistica rispetto alla mutata composizione della popolazione italiana, ma anche inadeguata alla sfida dell'inverno demografico». Oggetto della richiesta di abrogazione sarebbe la norma che impone a chi è nato in Italia da genitori immigrati di attendere il compimento dei 18 anni di età per poter richiedere la cittadinanza. «Fino a dieci anni fa - ricorda il radicale Magi - c'era un consenso trasversale, da Giorgio Napolitano a Gianfranco Fini, su questo passo di civiltà. Ora la questione è uscita dall'agenda politica, ma sarebbe importante riprendere la battaglia». E far sì che la «primavera referendaria» del 2025 si arricchisca di un nuovo capitolo.

Magi ne ha già parlato con i dirigenti di diversi partiti dell'opposizione: Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs, che si sono detti d'accordo sulla necessità di cambiare la norma, e la anche la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha concordato un incontro a breve per discuterne. Si tratta di un tema che la leader dem ha più volte sollevato: «Bisogna riprendere questa battaglia di civiltà una volta per tutte: chi nasce e cresce in Italia è italiano», ha sottolineato negli scorsi mesi, lamentando lo «scarso coraggio» con cui la precedente gestione Pd ha affrontato il tema. Nessun contatto, invece, con i 5S, che notoriamente sull'argomento sono su posizioni più vicine a quelle della Lega (con cui hanno condiviso i famosi Decreti sicurezza del governo Conte 1) che a quelle della sinistra: «Ma se nel campo largo ci sono differenze è bene che vengano fuori», dicono da +Europa.

Consapevoli che la freddezza dei grillini potrebbe frenare il Pd, ma anche che introdurre, con lo ius soli, il tema dei diritti potrebbe dare a Elly Schlein l'occasione per arginare il protagonismo politico del capo Cgil.

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