
Appuntamento per oggi alle 13 e 30 in Senato per il «premier time». È la quarta volta che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si presenta alle Camere per rispondere alle interrogazione dei parlamentari sui vari dossier in mano al governo. Trump, gas, premierato, difesa, Musk, dazi, caso Almasri: il menù è ricchissimo. Il premier Meloni ha messo a punto le risposte e verificato con i ministeri lo stato dell'arte dei vari dossier su cui le opposizioni chiederanno spiegazioni oggi in Aula. Lo schema è definito. Si inizia con l'illustrazione da parte del parlamentare dell'interrogazione, la cui durata non può superare 1 minuto. Meloni avrà 3 minuti di tempo per rispondere e infine la controreplica del parlamentare non può superare i 2 minuti. Al netto dei tempi è il contenuto che interessa. Spulciando le varie interrogazioni preparate dai partiti, che però saranno accessibili sul sito del Senato solo questa mattina, Donald Trump sarà il tema centrale dello scontro parlamentare. Per il partito di Fratoianni (nella foto) e Bonelli in Aula parlerà il capogruppo al Senato Peppe De Cristofaro. Il cuore dell'interrogazione sarà l'incontro Trump-Meloni del 17 aprile scorso. Il partito Avs chiede di sapere quali impegni e accordi il presidente Meloni ha sottoscritto con l'amministrazione di Washington. In particolare, l'attenzione sarà focalizzata sull'annuncio inserito nel comunicato firmato da Trump e Meloni, al termine del colloquio nello studio ovale, di acquisire gas americano. Ovviamente la linea di Palazzo Chigi è quella di motivare l'intesa con la necessità di liberare l'Italia dalla dipendenza energetica da Stati non democratici (per esempio la Russia).
Altro punto centrale dell'interrogazione della sinistra sarà il piano di riarmo e gli impegni assunti sempre durante la visita americana a raggiungere il 2% del pil per le spese in Difesa. Anche in questo caso la posizione del governo è abbastanza chiara: l'impegno del 2% è stato sottoscritto nel 2014 dal governo Letta al summit di Newport, in Galles. La spesa per la Difesa sarà il cuore anche dell'interrogazione che illustrerà in Aula Carlo Calenda di Azione. Il Pd nelle due pagine di interrogazione chiede di conoscere i dettagli dell'intesa tra Italia e Stati Uniti, raggiunta durante la visita di Meloni nel mese scorso, sull'approvvigionamento di gas dalle aziende americane con la riduzione dell'acquisto dalla Libia. La seconda parte dell'interrogazione ha un contenuto più economico. I dem puntano su sanità, bollette e salario minimo. Il M5s accende i riflettori su due temi. Il primo è ancora una volta la visita di Meloni alla Casa Bianca. Nello specifico sui 10 miliardi di investimenti delle imprese italiane negli Stati Uniti. Il partito di Conte chiede di sapere se quell'investimento avrà ripercussioni sui piani di investimenti in Italia. E poi sul piano di riarmo Ue.
Sarà finanziato con i fondi di coesione? La risposta di Meloni dovrebbe ricalcare la posizione già assunta dall'esecutivo: il governo non userà i fondi di coesione per il riarmo.Infine, ci sarà spazio anche per Matteo Renzi che sposterà l'attenzione su premierato e autonomia mentre i 5S già la «reclamano» anche alla Camera per cavalcare il caso Gaza.
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