L'ultima volta che in Italia è stata fatta un'operazione di lotta al terrorismo islamico in una situazione di guerra internazionale è finita così: al conclamato terrorista (Abu Omar) abbiamo versato un milione e mezzo di euro come risarcimento, il capo dei nostri servizi segreti (Nicolò Pollari) è finito sotto processo, i giudici italiani hanno condannato a pene varie ben 25 agenti segreti americani.
Sembra una barzelletta ma è la pura verità. Parliamo del caso Abu Omar, l'imam di Milano prelevato dagli americani nel febbraio del 2003 e trasportato segretamente in Egitto, dove fu arrestato per terrorismo internazionale non prima di essere interrogato. Un'operazione poco ortodossa - ma necessaria per avere velocemente informazioni sulla rete che Bin Laden aveva tessuto in giro per l'Europa - che fece infuriare i pm milanesi, da tempo sulle tracce del medesimo Abu Omar. Racconto questo episodio perché può spiegare i continui rinvii del governo sulla legge che - dopo i fatti di Parigi - dovrebbe dare maggiore forza alla lotta al terrorismo islamico. Ho motivo di pensare che Renzi sia finito in mezzo all'eterna lotta tra servizi segreti e magistratura che già tante vittime ha mietuto. Una guerra tra poteri che ha portato pure all'incriminazione dei due carabinieri eroi - il generale Mori e il capitano Ultimo - che arrestarono Totò Riina.
E ora ci risiamo. La lotta al terrorismo, così come quella alla mafia, la si fa con i servizi segreti e i carabinieri infiltrati. Ai quali non si può chiedere di rispettare alla lettera tutti i commi dei codici. Accade in qualsiasi Stato. In tutti tranne il nostro, dove i magistrati - gelosi delle loro spesso lacunose indagini e invidiosi dei successi sul campo degli investigatori - fanno un mazzo tanto a chi si permette di acciuffare terroristi e capi mafia fuori dal loro controllo stretto.
Ed è probabile che in queste ore proprio la casta dei giudici si stia opponendo a dare per legge più poteri agli 007, ai quali invece non dico la licenza di uccidere ma almeno quelle di indagine e di arresto andrebbero concesse, visti i tempi e la pericolosità del nemico invisibile. Stante il prender tempo del governo, c'è il rischio che vada a finire all'italiana: una legge tanto fumo e poco arrosto, per la gioia degli Abu Omar che popolano le nostre città.
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