L'appello all'unità nazionale arriverà questa mattina di buon ora, più o meno alle 7.30 quando Matteo Renzi incontrerà a Palazzo Chigi i capigruppo di maggioranza e opposizione per relazionarli sui tragici fatti di Bruxelles. Il premier ribadirà quanto già detto ieri con toni anche critici verso un Europa che «deve fare di più». «Non è il momento degli sciacalli ma nemmeno delle colombe», sono state le parole di un Renzi convinto che l'istituzione di una «struttura unitaria di sicurezza e difesa» europea non sia più una questione rinviabile. Un tema che metterà sul tavolo oggi, invitando tutti i partiti presenti in Parlamento a seguire un «percorso comune». Un appello di ragionevolezza, perché l'unità non solo nazionale ma anche comunitaria è lo strumento migliore per una risposta il più efficace possibile.
Un invito che è destinato a cadere del vuoto di qui a qualche giorno, perché la politica - non solo quella italiana - sta dimostrando tutti i suoi limiti proprio nell'affrontare emergenze come quelle di Bruxelles. Accadde con gli attentati di Parigi, quando passata l'onda emotiva maggioranza e opposizione si ritrovarono dopo poche ore a litigare nei talk show tv. E succederà lo stesso in quest'occasione, visti anche i segnali per nulla rassicuranti arrivati ieri. Matteo Salvini, per dire, ha aperto il fronte che neanche erano passate due ore da quando la Bbc aveva dato notizia delle esplosioni all'aeroporto Zaventem. Prima puntando il dito contro «integrazione» e «accoglienza», più tardi prendendosela direttamente con «il solito e inutile Renzi». E pure Giorgia Meloni non ha perso tempo e quando non erano ancora le 11 di mattina già attaccava l'esecutivo: «Chiediamo al governo di svegliarsi, mentre scrivono le frasi buone per le scatole di cioccolato la gente muore». Con un dettaglio: pur avendo l'approccio più critico del mondo, davvero risulta difficile capire quali siano le responsabilità di Renzi rispetto ad attentati che si sono verificati a 900 km dai nostri confini nazionali.
Insomma, il copione della nostra politica resta invariato. Si ricomincia questa mattina in piazza Montecitorio, dove i Cinque stelle protesteranno contro il decreto legge sulle banche su cui il governo ha messo la fiducia.
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