Cronache

Macron cavalca l'onda verde. "Per l'ambiente 15 miliardi"

Dopo l'exploit dei sindaci ecologisti, il leader francese vuole il referendum perché il tema entri in Costituzione

Macron cavalca l'onda verde. "Per l'ambiente 15 miliardi"

Non sono passate nemmeno ventiquattrore dalla batosta incassata dal partito del presidente, la République en Marche (Lrem), e dall'exploit dei Verdi alle municipali in Francia, che Emmanuel Macron pesta sull'acceleratore della svolta ecologista. Prima di volare per Berlino per il bilaterale con la cancelliera Angela Merkel e dopo aver incontrato il suo primo ministro Edouard Philippe, che dovrà decidere se tenere o lasciare il governo dopo aver stravinto la corsa a sindaco di Le Havre, il capo dello Stato si impegna di fronte ai francesi con una promessa: indire un referendum per inserire la questione ambientale nel primo articolo della Costituzione. Il voto dovrebbe svolgersi «da qui al 2021», entro un anno, e porterà all'introduzione dei concetti di «biodiversità, ambiente, lotta contro il cambiamento climatico» nella prima voce della Carta fondamentale. Ma non è tutto. Per la «conversione ecologica» arriveranno 15 miliardi di investimenti pubblici. E un secondo referendum potrebbe svolgersi a partire dall'anno prossimo su uno o più provvedimenti sull'ambiente, proprio mentre l'Eliseo annuncia di presentare entro fine estate un disegno di legge sull'ecologismo, che terrà conto delle misure proposte dalla Convenzione civile per il Clima.

È proprio durante l'incontro con i rappresentanti dell'organismo, formato da 150 cittadini estratti a sorte e promotore di misure ambientaliste, che Macron si è espresso dopo la notte elettorale chiusasi con un flop per il suo partito e una memorabile affermazione per i Verdi.

A Lione, Bordeaux, Strasburgo, Marsiglia, Tours e poi ancora a Colombes, Poitiers, Besançon e Annecy siederanno sindaci del partito Europa Ecologia-I Verdi (Eelv), spesso sostenuti da una larga coalizione di sinistra. Ma il segnale è chiarissimo. C'è un partito che in Assemblea nazionale è praticamente inesistente e che al secondo turno delle municipali ha conquistato alcune città chiave di Francia. E c'è il partito del presidente, la Lrem, che in Parlamento ha la maggioranza ma domenica ha portato a casa un solo sindaco, il premier Philippe, che per di più del partito di Macron non ha la tessera. Anche a Parigi, dove la socialista Anne Hidalgo è stata riconfermata, la vittoria al secondo turno è arrivata grazie alla coalizione con i Verdi e a un programma dalla forte impronta ambientalista.

L'imperatrice di Parigi, Anne, che domina la capitale dal 2001 - quando diventò la vicesindaca di Bertrand Delanoë fino al 2014 - ha un piano ecologista ricco e ambizioso, che punta a eliminare le auto al diesel dalla capitale entro il 2024, imporre il limite di velocità di 30 chilometri orari ovunque e a creare una rete di piste ciclabili per attraversare in bicicletta la Grand Paris, la capitale con i 130 comuni limitrofi.

Il messaggio è chiarissimo: se il presidente non dedicherà più attenzione all'ambiente nei due anni di mandato prima delle presidenziali 2022, rischierà di perdere consensi e resuscitare, con le alleanze Verdi-Sinistra, un'opposizione che sembrava moribonda. Come insegnano Greta e il movimento ambientalista che ha risvegliato i giovani di mezzo mondo, la questione ambientale è ormai entrata nella coscienza politica di molti Paesi e di un numero crescente di elettori.

E in Francia, sulla scena si affacciano nuovi volti. Marsiglia, fino a domenica fortino della destra, sarà amministrata da Michèle Rubirola, 64 anni, nipote di immigrati metà napoletani e metà spagnoli, ecologista, femminista, che ora dirà addio al suo lavoro di medico di base. A Lione arriva Grégory Doucet, parigino di 47 anni, artefice di una vittoria straordinaria dopo aver ha sconfitto il sindaco uscente ed ex senatore socialista Gérard Collomb, che si era unito ai Repubblicani per spuntarla. Arrivato a Lione nel 2009 per dirigere il settore Africa di una Ong, in città si è fatto conoscere per le marce sul clima.

«Dappertutto in Francia sentiamo che il tempo dell'ecologia è arrivato - ha detto dopo la vittoria - L'ecologia non è nemica dell'economia, ma è un'alleata e lo sarà al momento del rilancio economico».

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