Politica estera

Macron difende la riforma ma non placa i francesi. "Bugiardo, ci disprezza"

Il presidente in tv: scelta "impopolare ma necessaria". Oggi nuovo sciopero nazionale

Macron difende la riforma ma non placa i francesi. "Bugiardo, ci disprezza"

«Fuori dal mondo», «bugiardo», «sprezzante». Emmanuel Macron si è presentato ieri in tv, alle 13, per difendere la contestatissima riforma delle pensioni, definita «necessaria». Ma il risultato è la reazione ancora più indignata delle opposizioni e della piazza, alla vigilia di una giornata cruciale, in cui i servizi segreti temono «una radicalizzazione della protesta e maggiore violenza in coda ai cortei». La tensione è altissima. Oggi sarà ancora sciopero nazionale, per la nona volta, e 12 mila agenti sono stati mobilitati. Sarà decisiva per capire se il movimento trasversale è disposto a lottare a oltranza, dopo che martedì la riforma è stata adottata e la premier Elisabeth Borne ha superato indenne due voti di sfiducia. Manifestazioni spontanee si sono svolte ancora ieri in tutta la Francia, diverse raffinerie restano bloccate, forti disagi sono previsti nei trasporti, mentre i rifiuti per lo sciopero della nettezza urbana vengono dati alle fiamme.

«Non, je ne regrette rien», non mi pento, ha detto Macron in tv ai francesi, in stile Edith Piaf, «non vivo di pentimenti, ma di volontà e tenacia». «Credete che mi faccia piacere fare questa riforma? - ha chiesto, pronto ad assumersi «l'impopolarità» della decisione -. Non avrei voluto. Come tanti altri prima di me, avrei potuto mettere la polvere sotto al tappeto. Ma la riforma non è un piacere, è una necessità», ha spiegato, ricordando che ne va della tenuta del sistema, dopo anni in cui «abbiamo abituato i francesi a spendere», dopo che lo Stato «ha pagato per non lavorare» durante l'era Covid, e «qualche manifestante sostiene di voler smettere del tutto». Parole forti.

In molti, già prima che Macron si presentasse per l'intervista su Tf1 e France 2, lo hanno accusato di coda di paglia per aver deciso di andare in onda all'ora di pranzo, invece che alle 20, come d'abitudine. L'Eliseo ha spiegato: «È la scelta dei territori» perché «in provincia il ritorno al domicilio per la pausa di mezzogiorno è una tradizione». Ma il sospetto è che la strategia sia diversa: sottrarsi al giudizio dei francesi più arrabbiati. A pranzo, i pensionati, la fascia meno toccata dalla riforma, quegli over-60 fan di Macron, sono molti di più.

Tanto è bastato, comunque, per far infuriare tutti gli altri, chi non ha votato il presidente o chi lo ha scelto, turandosi il naso lo scorso aprile, per scongiurare la vittoria di Marine Le Pen. Macron ha promesso di «ascoltare la rabbia e rispondere», ma ha spiegato che la riforma non si tocca. Il sistema invece sì, va cambiato. «Dobbiamo avanzare e pacificare», garantendo «risposte più concrete e più veloci» in futuro, muovendoci verso «il pieno impiego e la reindustrializzazione». Il capo dello Stato ha anche tentato di avvicinare i sindacati, promettendo di rimettere mano al dossier lavoro, di fronte «al sentimento di ingiustizia» dei francesi, e ha giocato la carta del «contributo straordinario delle grandi imprese», non una tassa sui superprofitti, ma una garanzia per distribuirne ai dipendenti una parte. Sul nocciolo della questione, invece, avanti tutta. Macron si augura che l'innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni entri in vigore «entro fine anno» (la previsione è l'1 settembre), anche se «servirà aspettare la decisione della Corte Costituzionale». E non cambierà la premier Borne, che la prossima settimana consulterà ministri e forze politiche «per allargare la maggioranza».

Le parole del presidente, invece che placare, aizzano l'opposizione e la piazza. Jean Luc Mélenchon dà voce all'estrema sinistra: «Ancora una volta Macron mostra disprezzo per i francesi. Mente con arroganza ed è fuori dalla realtà». Marine Le Pen è il megafono dell'estrema destra: «Macron ha confermato il suo disprezzo per i francesi.

È un uomo apparentemente sempre più solo, che sembra aver perso ogni senso della realtà, ogni contatto con il mondo esterno, inclusi i suoi».

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