Macron-Le Pen, caccia ai voti di sinistra. E verso il ballottaggio partono gli insulti

Sarà sfida all'ultimo voto fra i due candidati. Il Presidente: "Da imbecilli abbassare l'Iva". La sfidante contestata al comizio

Macron-Le Pen, caccia ai voti di sinistra. E verso il ballottaggio partono gli insulti

A 11 giorni dal secondo turno, Emmanuel Macron e Marine Le Pen provano a svoltare la campagna presidenziale. Gli stessi due rivali del 2017 si attaccano dalla distanza in attesa del decisivo faccia a faccia tv del 20 aprile. Si spostano dai supermercati alle piazze, con Le Pen che ieri ha scelto un cementificio nell'Hauts-de-Seine, a Gennevilliers, per scovare elettori del leader della gauche di Jean-Luc Mélenchon, che qui ha avuto il 61,07%; lei solo l'8,65%. Casco in testa, gilet giallo addosso, Le Pen rilancia il tema della «Francia che lavora» con la sua ricetta contro l'impennata dei prezzi del carburante e delle materie prime. È in un'azienda energivora che ricicla calcestruzzo e promette 19 miliardi di euro di sgravi fiscali per famiglie e imprese in 5 anni, grazie alla riduzione dell'Iva sui prodotti energetici al 5,5%, e di azzerarla su 100 beni di prima necessità. «C'è in arrivo un muro dell'inflazione, o così o andiamo a sbattere». Anche Macron cerca di recuperare i voti della gauche, visto che un sondaggio di ieri mostra l'errore potenziale di sentirli già acquisiti. Stando ai dati Elabe, gli elettori di Mélenchon sono tutt'altro che compatti: solo il 35% si dice pronto a virare su Macron, il 27% voterà Le Pen, gli altri bianca/nulla. A France 2, Macron annuncia a sua volta sgravi, inferiori: 7 miliardi di euro, perché «abbassare l'Iva sui prodotti che ce l'hanno già bassa è da imbecilli». Siamo all'offensiva colpo su colpo, agli insulti diretti dopo i jab dalla distanza: urge demolire l'avversario ancor prima di vedersi allo stesso tavolo tv. Macron prova a far riapparire le «corna» del «diavolo» sulla testa di Marine, dandole della nazionalista: «Che non vuol dire patriota, patriota sono io». In realtà Marine ci riesce benissimo da sola. Nonostante il look total white scelto per tracciare le linee di politica estera della sua presidenza, e i toni fermi ma rassicuranti («Tutti amiamo l'Europa, voglio solo liberarci dalla morsa di Bruxelles e riformare l'Ue dall'interno, no alla Frexit») la sua conferenza stampa viene bruscamente interrotta da una scena raccapricciante: una giovane donna portata via di peso, trascinata dalle gambe alle braccia per aver mostrato in un blitz nella saletta parigina un cuore di cartone con sopra la foto della stretta di mano tra Le Pen e Vladimir Putin (era su milioni di volantini mandati al macero). «Non è successo niente, andiamo avanti», dice «BleuMarine».

Sogna un «riavvicinamento tra Nato e Russia non appena la guerra sarà risolta da un trattato»; «l'uscita della Francia dal comando integrato della Nato», senza rinunciare «all'articolo 5 sulla

protezione reciproca tra i membri dell'Alleanza». La scena dell'ecologista del collettivo «Ibiza» oscura però il discorso della candidata, su cui pesa già l'accusa di scegliersi i giornalisti al seguito rilanciata da Macron.

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