Dal Madagascar all'Irak: viaggiatore instancabile. In 12 anni toccati 66 Paesi

Molte visite furono a loro modo storiche. E la rituale conferenza stampa al ritorno

Dal Madagascar all'Irak: viaggiatore instancabile. In 12 anni toccati 66 Paesi
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Dal Brasile alla Corsica la valigia di Francesco il viaggiatore si è inzeppata di adesivi nei dodici anni del suo pontificato: 66 diverse nazioni nel corso di 47 viaggi pastorali, oltre a 40 visite in 49 differenti città d'Italia. Il primo è stato nel grande Paese sudamericano, di cui gli argentini sono tradizionalmente rivali e non solo calcisticamente (non dimentichiamoci che Bergoglio era un grande tifoso del San Lorenzo), quando Francesco era Francesco da quattro mesi: l'occasione fu la ventottesima Giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro. Bergoglio incontrò l'allora presidentessa della repubblica verdeoro Dilma Rousseff, ricevette le chiavi della città e benedisse le bandiere con i cinque cerchi dei Giochi Olimpici che la città avrebbe ospitato tre anni dopo e celebrò una messa a Copacabana. L'ultimo viaggio di un Bergoglio già stanco e malcerto è di pochi mesi fa: il 15 dicembre 2024 una visita lampo di poche ore ad Ajaccio, dove nessun pontefice era mai stato, per presiedere una conferenza sulla religiosità popolare nel Mediterraneo e per incontrare il presidente francese Emmanuel Macron. Le condizioni di salute di Bergoglio non consentivano altro.

In mezzo c'è stato di tutto, viaggio in tutti i continenti: tanta Europa, la Terra Santa nel 2014, poi tanta Asia (nel 2014 Corea del Sud, nel 2015 Sri Lanka e Filippine, nel 2016 Georgia, Armenia e Azerbaigian, nel 2017 Birmania e Bangla Desh, nel 2019 Emirati Arabi Uniti, Thailandia e Giappone, nel 2021 Irak, nel 2022 Kazakistan e Bahrein, nel 2023 Mongolia, nel 2024 Indonesia, Timor Est e Singapore), diverse puntate nella sua America ( dopo il Brasile, nel 2014 Bolivia, Ecuador e Paraguay, nel 2015 Cuba con gli Stati Uniti, nel 2016 Messico, nel 2017 Colombia, nel 2018 Cile e Perù, nel 2019 Panama, nel 2022 Canada). L'Africa Bergoglio l'ha girata in lungo in largo, dal viaggio in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana nel 2015 a quello in Egitto nel 2017, dal Marocco al trittico Mozambico, Madagascar e Mauritius nel 2019, fino al viaggio in Congo e Sudan del Sud nel 2023. Bergoglio ha sfiorato anche l'Oceania, con la puntata in Papua Nuova Guinea nel 2024, uno dei viaggi più lunghi della storia del pontificato, dopo quello di Benedetto XVI in Australia nel 2008.

Raccontata così sembra il catalogo di un tour operator all'odore di incenso. Ma spesso questi viaggi sono stati momenti fatidici nel pontificato di Bergoglio. Nel marzo 2021 Francesco fu il primo successore di Pietro in visita apostolica in Iraq, e dopo la visita a Ur, città natale del patriarca Abramo, incontrò Ali-al-Husayni al-Sistani, alto esponente dell'islam sciita che lo accolse nella sua dimora privata a Najaf. Il 18 gennaio 2015 Bergoglio celebrò a Manila una messa a cui assistette una folla record stimata fra i 6 e gli 8 milioni di fedeli, il più partecipato evento religioso della storia, ciò da cui poche ore dopo Bergoglio ammise di essere stato «annientato» .

A suo modo storico anche il viaggio in Svezia nel 2016, in cui per la prima volta un papa prese parte a una celebrazione luterana, quella per i 500 anni dell'affissione sul portale della chiesa del castello di Wittenberg delle 95 tesi di Martin Lutero sulle indulgenze, che dette vita alla riforma protestante. Una scelta che provocò non pochi malumori nell'ala più conservatrice della Chiesa, ancora arrabbiata per lo scisma. Il 12 febbraio 2016 Francesco è stato il primo papa a incontrare un patriarca della Chiesa ortodossa russa dopo quasi mille anni dal Grande Scisma, vedendo Cirillo I a L'Avana, a Cuba . Momenti storici, anche se molti tra i più critici rispetto alle posizioni progressiste di Bergoglio lo hanno accusato di farsi strumento con i suoi viaggi di «popewashing», la pratica secondo cui un regime illiberale o persecutore delle comunità cristiane si lava la coscienza e l'immagine ospitando il pontefice.

Va segnalata anche l'abitudine del Pontefice argentino di intrattenersi con i giornalisti nei lunghi viaggi di ritorno per interviste collettive che spesso, nel clima informale della

situazione, diventavano l'occasione per titoli forti, come quando tornando da Panama nel 2019 Bergoglio così stupì i cronisti, citando Paolo VI: «Preferisco dare la vita prima di cambiare la regola del celibato dei preti».

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