A Madrid summit della eurodestra tra Ecr e Vox. La corsa di Meloni a superare Macron

Per tre giorni, il Palacio de Vistalegre di Madrid diventerà l'epicentro dei partiti della destra europea e non solo

A Madrid summit della eurodestra tra Ecr e Vox. La corsa di Meloni a superare Macron
00:00 00:00

Per tre giorni, il Palacio de Vistalegre di Madrid diventerà l'epicentro dei partiti della destra europea e non solo. Tra oggi e domenica, infatti, in quella che era originariamente La Chata (una Plaza de toros inaugurata nel 1908) andranno in scena due appuntamenti gemelli: l'ultima tappa prima delle elezioni dei «Culture weekend» che Ecr organizza da mesi in giro per l'Europa e, a seguire, l'annuale convention di Vox, «Viva24», che arriva alla vigilia di un voto europeo che sembra destinato a spostare verso destra gli equilibri dell'Ue. Perché è vero che tutti i sondaggi concordano nel dire che per eleggere il futuro presidente della Commissione europea si dovrà riproporre uno schema analogo alla «maggioranza Ursula» (con un'intesa tra Ppe, S&D e Renew europe), ma è indubbio che l'asse del prossimo Parlamento Ue (dove si vota a maggioranze variabili) penderà decisamente più a destra di prima. Sono infatti destinati a perdere seggi sia i liberali macroniani di Re (dai 108 del 2019, oggi sono quotati da EuropeElects a 86) sia i Verdi (da 74 a 48), mentre guadagneranno Ecr (da 62 a 86) e Id (da 73 a 84). E pure la composizione della prossima Commissione andrà verso destra, perché i commissari sono espressione dei governi nazionali. E oggi su 27 solo quattro sono guidati da S&D.

È in quest'ottica che i conservatori di Ecr si muovono su un doppio binario. Il primo è quello di allargare il raggio di attrazione. Non è un caso che in questi mesi i «Culture weekend» animati dal deputato Fdi Antonio Giordano, che di Ecr è segretario generale abbiano lavorato anche ad accogliere nuovi innesti. Soprattutto dai partiti che oggi non sono rappresentati al Parlamento Ue o che militano tra i «non iscritti». E che quindi non sono censiti nei sondaggi che ipotizzano la futura composizione dell'Eurocamera. E forse è anche per tenere le carte coperte che Ecr ha deciso di esprimersi solo dopo le elezioni di giugno sulle richieste di adesione già ricevute dai romeni di Aur, dai croati di Most, dai lituani del Lithuanian farmers and green union, dagli irlandesi del Rural indipendent group e dai ciprioti di Elam. Sondaggi alla mano: 16-17 eurodeputati in tutto. Ragione per cui Ecr ha buone possibilità di andare oltre gli 86 seggi che gli attribuisce EuropeElects e piazzarsi al terzo gradino del podio dei gruppi più numerosi (dopo Ppe e S&D). Scavalcando quindi i liberali di Renew. Uno scenario con una doppia valenza: Meloni peserebbe numericamente più di Emmanuel Macron e il sorpasso sarebbe l'immagine plastica di quello spostamento a destra che oggi a prescindere dal voto sul dopo von der Leyen ipotizzano tutti i sondaggi.

Il secondo binario su cui si muove Ecr è quello di favorire una collaborazione di tutti quelli che Santiago Abascal definisce i «movimenti patriottici» globali. Non solo, insomma, quelli che già aderiscono ai Conservatori. Così, il leader della spagnola Vox che milita in Ecr domenica accoglierà a Madrid ospiti importanti. In quota Conservatori ci saranno Meloni (in collegamento) e l'ex premier polacco di Pis Mateusz Morawiecki. Ma, come nelle scorse edizioni di «Viva24», saranno presenti anche il presidente della Repubblica di Argentina, Javier Milei, e il premier dell'Ungheria, Viktor Orban (anche lui collegato), che con il suo Fidesz che oggi conta 12 eurodeputati «non iscritti» sta trattando per un ingresso in Ecr (il problema sono le sue posizioni filo-russe). Ma ci saranno anche due leader di Identità e democrazia, il gruppo cui aderisce l'ultra-destra tedesca di Afd (su cui pesa il veto del Ppe e pure di Macron e Renew).

Il primo è André Ventura, presidente dei portoghesi di Chega, la seconda è Marine Le Pen, candidata all'Eliseo e leader del Rassemblement national che stando a EuropeElects dai 18 seggi attuali dovrebbe passare a 27, diventando il primo partito di Francia e arrivando quasi a doppiare Renaissance di Macron. Ma con Le Pen, Meloni non ha un particolare feeling dopo che un mese fa, in un messaggio pre-registrato inviato alla kermesse di Id organizzata a Roma da Matteo Salvini, la leader del Rassemblement l'ha duramente attaccata.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica