La mancia elettorale: Renzi fa lo sconto ai Comuni Pd in rosso

Il provvedimento potrebbe arrivare prima dei ballottaggi: vale almeno un miliardo

La coincidenza di tempi non è casuale. E con un guizzo di sincerità il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa ieri a Repubblica lo ha praticamente ammesso. Il provvedimento è pronto e dovrebbe arrivare prima dei ballottaggi nei Comuni.

Si tratta di un «condono» cancella sanzioni a beneficio delle città metropolitane e delle vecchie province che hanno sforato il Patto di stabilità interno che vincola i bilanci degli enti locali. La cancellazione delle multe previste per la violazione del Patto vale nel complesso un miliardo di euro, per lo più assorbiti dai quattro principali comuni dove il 19 giugno si voterà il secondo turno delle elezioni per la scelte del primo cittadino. Nel governo c'è già chi parla di un «pacchetto ballottaggi».

Principali interessate sono tre città governate dal Pd e oggi alle prese con votazioni combattutissime. Roma, con Virginia Raggi del Movimento cinque stelle in vantaggio sul candidato del Pd Roberto Giachetti. Milano, con Stefano Parisi che insidia l'ex manager Expo Giuseppe Sala. Poi Torino, dove lo scontro è tra Piero Fassino e Chiara Appendino, M5S. Ne beneficerà anche Napoli, governata dalla sinistra non Pd di Luigi de Magistris, passato al primo turno per un nuovo mandato contro il candidato sindaco del centrodestra Gianni Lettieri.

Difficile non vedere la coincidenza con le votazioni e non leggere l'eventuale approvazione del pacchetto prima del voto del 19 come un messaggio a governi e ad alcune categorie di elettori. Ad esempio chi ha in qualche modo a che fare con l'amministrazione locale, bacino elettorale importante soprattutto a Roma.

Comunque un grande segnale di disponibilità dell'esecutivo Renzi verso le amministrazioni locali. Se il provvedimento sarà veramente varato dal prossimo Consiglio dei ministri, il governo guidato da Matteo Renzi avrà accolto quasi interamente le richieste dell'Anci, l'associazione dei comuni che da mesi chiede la «revisione» delle sanzioni per la violazione del Patto di stabilità delle città metropolitane, relative al 2015.

Dentro il colpo di spugna sulle sanzioni, ci sarebbe anche la fine del divieto a nuove assunzioni per le città metropolitane. Questo significa che i nuovi primi cittadini potranno riaprire gli organici e concorsi.

Oltre ai grandi comuni al ballottaggio, sono interessati al colpo di spugna miliardario, anche le città metropolitane di Genova, Reggio Calabria, Bari e Venezia. Non ci sono Bologna e Firenze perché in regola con il Patto.

Il miliardo verrà suddiviso tra le otto città metropolitane e alcune ex province (500 milioni a testa) e lo stanziamento si intende solo per il 2015. Come dire, non è escluso che possa essere ripetuto, anche se da quest'anno la legge di Stabilità ha ammorbidito le regole del Patto di stabilità.

Difficile che il governo ammetta apertamente un nesso con il voto. La tesi ufficiale è che il colpo di spugna serve a mettere i nuovi sindaci nelle condizioni di tornare a lavorare serenamente, magari investendo in infrastrutture.

D'altro canto, il premier Matteo Renzi ha negato qualsiasi connessione con un altro appuntamento

pesantemente sospetto: la «Festa dell'Imu», del 16 giugno che il Pd organizzerà nelle piazze italiane per celebrare la fine dell'imposta. Tre giorni prima del ballottaggio, ma solo casualmente, ha assicurato il premier.

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