Marin gela gli anti Meloni. "Italiani liberi di scegliere"

La premier finlandese si dissocia dall'eurosinistra che accusa la presidente Fdi per l'attacco alla Ue

Marin gela gli anti Meloni. "Italiani liberi di scegliere"

I cori scandalizzati per la possibile affermazione di Giorgia Meloni in Italia hanno incontrato un controcanto sul loro cammino: la voce, forse un po' inaspettata, è quella della premier finlandese Sanna Marin. «Gli italiani - ha replicato l'esponente del Partito Socialdemocratico, mentre le si chiedeva di dire la sua sull'appuntamento elettorale del 25 settembre - hanno il diritto a votare chi ritengono opportuno e da leader di un altro Paese non commento le elezioni in Italia». E ancora: «La Russia sta usando l'energia come arma contro l'Europa. Credo che ogni Paese, ogni politico, in Europa veda quanto sia grave la situazione. Ma non voglio commentare la politica italiana o le elezioni che verranno. Penso che gli italiani abbiano il diritto di votare chiunque vogliano». Il fatto che la Marin sia una socialdemocratica, e dunque molto lontana dalla visione del mondo di Fdi, ha fatto sì che le dichiarazioni avessero un peso specifico differente.

Gli stessi meloniani hanno apprezzato: «Da Sanna Marin una lezione a chi paventa paure immotivate quasi isteriche. Gli italiani sono un popolo libero di scegliere e l'elezione di Giorgia Meloni sarà un esempio di democrazia per l'Europa», ha dichiarato Augusta Montaruli, deputata torinese, alGiornale. Considerazioni simili a quella di Chiara Colosimo, consigliere regionale del Lazio e candidata alla Camera: «La concretezza delle donne, la migliore risposta al presunto pericolo democratico in Italia arriva dalla socialdemocratica Sanna Marin. Solo in Italia la sinistra teme il voto popolare, ma con Giorgia Meloni tornerà ad essere l'unico indicatore che conta», ci ha detto. Del resto gli anti-meloniani d'Europa, specie dopo la frase sulla «pacchia finita», avevano deciso di alzare i decibel del catastrofismo. Dall'intervista di Frans Timmermans a La Repubblica a Stephane Sejourné di Renew Europe, che è arrivata ad affermare che «l'Italia forse potrebbe affrontare delle avventure democratiche dubbiose nei prossimi mesi e saremo molto vigili e attenti».

Intanto ieri l'ex ministro della Gioventù, in un dibattito organizzato dalla Cna, è tornata sull'espressione che ha creato agitazione: «Quando l'altro giorno in un comizio ho detto che la pacchia è finita le cancellerie europee si sono innervosite, ma io intendevo dire che finora abbiamo avuto una politica che ha fatto sempre finta di niente, mentre altri difendevano il loro interesse nazionale». Poi la specificazione: «Oggi non riusciamo a ottenere un tetto del gas europeo perché si oppongono due nazioni: l'Olanda, che ha la Borsa in casa, e la Germania che si è scoperto avere dei contratti così vantaggiosi con Gazprom che il gas lo paga un terzo di noi e questo crea uno squilibrio.

Ma poi l'Ue ci bacchetta perché le nostre imprese non sono abbastanza competitive. Io intendevo questo: vorrei, invece, un'Italia in grado di mettere sul tavolo anche le sue questioni», ha fatto presente il presidente di Fdi.

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