RomaI nomadi no, ma il centro storico l'ha sistemato. Via di torno strisce bianche, auto e scooteroni di troppo. Ora l'audace sindaco Marino prova a far la voce grossa con la Chiesa e il Viminale, secondo livello di difficoltà. Cuore impavido, forse kamikaze, è il bello di questo genovese in bici. Che nel giorno delle nozze gay fa finta di non sentirsi in un reality-show. Buon per lui, chissà per le 16 coppie (11 di uomini e 5 di donne) che ieri mattina in un Campidoglio sotto assedio hanno avuto l'attesa trascrizione del matrimonio contratto all'estero. «Carta straccia», «autografi» per il ministro Alfano che ricorda che in Italia due persone dello stesso sesso non si possono sposare. «Del resto - aggiunge - in Italia non esistono neanche turismo nuziale e federalismo matrimoniale». Un «affronto» per il Vicariato. Come per il prefetto Pecoraro che annuncia di annullare gli atti. Per Marino no, firme autentiche, si va avanti.
La sua è una sfida di seconda mano. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha firmato le prime sette trascrizioni una settimana fa, quello di Livorno, Filippo Nogarin ha fatto sapere che non si adeguerà alla direttiva Alfano. Come del resto il sindaco di Bologna Virginio Merola. Tutti confidano in Matteo Renzi, a quanto parte pronto a seguire il modello tedesco su una legge per il riconoscimento delle unioni civili.
Tra scatti e mini-bouquet, sposi, amici e parenti si è dunque consumata la giornata nella sala della Protomoteca: poco meno di un'ora per inserire nel registro comunale le 16 unioni. Una standing ovation ha accolto il sindaco. Poi, una dopo l'altra, le coppie sono state chiamate al tavolo del sindaco per le foto di rito. Per prime si sono avvicinate Marilena Grassadonia e Laura Terrasi. «Ci siamo sposate a Barcellona nel 2009 e stiamo insieme da 18 anni. Io sono ingegnere al Comune e Laura è la mia compagna» ha raccontato Marilena. Anche Francescopaolo Di Mille e Luca Possenti, sposati in Canada tre anni fa, hanno portato la loro bambina: «Lara ha tre anni e l'abbiamo avuta tramite quella che si chiama gestazioni per altri», raccontano, spiegando che «ha due papà e non possiamo più aspettare: dobbiamo essere riconosciuti come genitori anche in Italia». Una registrazione che avrà vita brevissima perchè il Prefetto di Roma ha ribadito che annullerà tutti gli atti sottoscritti da Marino. Ma le 16 coppie hanno già annunciato che ricorreranno, dal Tar fino alla Corte europea dei Diritti dell'uomo. Secondo l'ultimo censimento 2011 sarebbero 8000 in Italia le coppie di fatto omosessuali.
Dura la reazione del Vicariato che definisce la trascrizione «una scelta ideologica, che certifica un affronto istituzionale senza precedenti basato su una mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico». «Una tale arbitraria presunzione, messa in scena proprio a Roma in questi giorni, non è accettabile - fa sapere la Cei - le nozze gay sorprendono perchè oltre a non essere in linea con il nostro sistema giuridico, suggeriscono un'equivalenza tra il matrimonio e altre forme impropriamente collegate». Inflessibile Alfano: «Marino ha firmato trascrizioni per nozze gay. Ribadisco: per l'attuale legge italiana, ciò non è possibile. La firma di Marino non può sostituire la legge. In pratica, il sindaco ha fatto il proprio autografo a queste, peraltro rispettabilissime, coppie». Parole che accompagnano le accese proteste della piazza. Proprio Ncd, il partito guidato dal ministro dell'Interno, ha organizzato, Saltamartini in testa, un flash mob che prima ha scatenato il caos in piazza Venezia e poi si è trasferito sotto al Marc'Aurelio.
E se il consigliere dell'Assemblea capitolina Marco Pomarici annuncia di aver denunciato il sindaco alla Procura, Marino, anche davanti alle dichiarazioni del prefetto («Inviterò subito il sindaco alla cancellazione di tali trascrizioni»), va avanti: «Se il prefetto procede all'annullamento chiederò pareri per capire la legittimità di un eventuale annullamento». Ecco, fategli capire come funziona.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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