
Spiragli di pace? Forse, chissà, fitti colloqui sono in corso al Cairo e "io spero in un esito positivo", dice Sergio Mattarella. Intanto però, avverte, evitiamo "di rimuovere" quanto successo due anni fa, di cancellare quella "pagina turpe della storia" che sta ancora "recando danno alla sicurezza in Palestina", quel "vile attacco terroristico contro inermi cittadini israeliani, una ferita che ha colpito ogni popolo".
Certo, sull'altro piatto resta "l'orrore per la violenza inaccettabile" dell'esercito di Tel Aviv che "fa pagare alla gente di Gaza un intollerabile prezzo di morte, fame e disperazione". Ma questo "non attenua la condanna dell'efferatezza raccapricciante di Hamas". La bilancia non si compensa.
E il capo dello Stato, fiutando il vento, ascoltando certi discorsi, ha anche un'altra preoccupazione, cioè che "i sentimenti" per quanto accade nella Striscia "confluiscano nell'antisemitismo". Sembrava roba del secolo scorso. Purtroppo invece oggi "riaffiora fondandosi sull'imbecillità e diffondendo odio". Bisogna fermare la spirale fissando dei punti fermi. Il primo, spiega il presidente, è che la storia non si può riscrivere. "L'uccisione e le violenze contro centinaia di ragazzi che ascoltavano musica in un rave, quelle contro persone inermi di ogni età nelle loro abitazioni, richiamano al dovere di una condanna perenne". Non c'è spazio per giustificazionismi. "Rifiutiamo un accomodante e cinico modo di pensare che rimuova l'infamia del 7 ottobre". La seconda è la strada del diritto internazionale: è giunto il momento che gli amici israeliani "ne applichino con pienezza le norme".
Timori simili li esprime Giorgia Meloni. "Sono trascorsi due anni dall'ignominia del massacro. La violenza di Hamas ha scatenato una crisi senza precedenti in Medio Oriente". Tante le conseguenze di quei "crimini indicibili commessi contro civili inermi, donne e bambini". Dal nuovo antisemitismo, appunto, alla "reazione militare di Israele che è andata oltre ogni principio di proporzionalità e sta mietendo troppe vittime innocenti nella popolazione di Gaza". La linea italiana quindi è un pieno appoggio al piano Trump. "Abbiamo tutti il dovere di fare il possibile perché questa preziosa e fragile occasione abbia successo", spiega la premier, che chiede gli ostaggi tornino presto a casa.
La settimana scorsa l'appello del Quirinale alla Flottilla e un lavoro diplomatico riservato era riuscito a scongelare i rapporti tra governo e opposizione, almeno sul Medio Oriente, fino al voto favorevole incrociato tra maggioranza e buona parte del centrosinistra sulle mozioni. E infatti adesso Elli Schlein usa quasi le stesse parole della Meloni per "ricordare con dolore le vittime del brutale attacco terroristico compiuto da Hamas e gli ostaggi che devono essere liberati". Ma "lo stesso dolore", precisa, "lo riviviamo per le decine di migliaia di palestinesi innocenti massacrati dai crimini del governo estremista di Netanyahu". Ora in Egitto si tratta. "Essenziale siglare un accordo, poi serviranno molta politica e molta giustizia".
E in questa cornice di unità nazionale, spiccano le frasi ben più fredde di Giuseppe Conte. "Il 7 ottobre ha rappresentato una pagina buia da condannare fermamente.
Abbiamo subito espresso solidarietà alle comunità ebraiche". Tuttavia, conclude rovesciando il senso del discorso di Mattarella, "il massacro non ci ha spinto a indulgere sul genocidio di fronte al quale Ue e Italia continuano a girarsi dall'altra parte".